Dopo 86 settimane di fila, Novak Djokovic perde lo scettro da numero 1. La sconfitta contro il ceco Jiri Vesely, numero 123 al mondo, porta ad un cambio alla guardia della classifica ATP. Un passaggio di consegne atteso ma che può aprire una nuova epoca tennistica.
Archiviata non senza strascichi polemici la vicenda Australian Open, il tennista serbo è tornato a giocare questa settimana in quel di Dubai, negli Emirati Arabi Uniti. Dopo un esordio positivo con Musetti (6-3, 6-3 il risultato), Nole si è confermato anche agli ottavi di finale regolando 6-3, 7-6 il più quotato Karen Khachanov, numero 26 al mondo. Ai quarti di finale, però, Djokovic si è fermato a sorpresa contro il ceco Jiri Vesely. Una sconfitta roboante, la seconda di fila negli head to head dopo quella di Monte Carlo nel 2016 in tre set. Questa volta, il tennista serbo è apparso ancor più in affanno contro un Vesely in giornata di grazia. 9 ace, quasi il 70% di prime e solo due break concessi a Novak, che invece ha ceduto tre volte il servizio. Emblematico il tie break del secondo set, con Djokovic che, sotto 3-0, ha rimontato sino al 3-4 e servizio salvo poi cedere tre dei successivi quattro punti.
Un risultato che, da un lato, può non sorprendere considerando il fatto che Djokovic non giocava un torneo in singolare dalle Finals di fine novembre, eccezion fatta per la Coppa Davis di dicembre. Le vicende che l'hanno coinvolto personalmente in Australia, con l'espulsione dopo aver creduto di poter disputare l'Open inaugurale della stagione, hanno sicuramente influito sullo stato d'animo dell'atleta che ha ceduto lo scettro dopo 86 settimane consecutive da numero 1 al mondo, che l'hanno portato al record di 361 settimane al vertice, record all-time. A scalzare Novak Djokovic dal primo posto in graduatoria è Daniil Medvedev, il terzo russo di sempre dopo Kafelnkikov e Safin ma il primo diverso da i Fab Four (Federer, Djokovic, Nadal e Murray) dai tempi di Any Roddick, ossia dal febbraio 2004. L'ufficialità arriverà nella giornata di lunedì, ossia quando il ranking verrà aggiornato dopo i risultati di questa settimana: il passaggio del testimone era nell'aria ma ora diventerà anche ufficiale. Medvedev è impegnato ad Acapulco e può ancora aumentare il suo score in classifica e c'è la sensazione che possa rimanere al vertice per quasi tutta la stagione per diverse ragioni, dai punti di vantaggio sugli altri (oltre 1000 su Zverev terzo, addirittura oltre 2000 su Nadal e Tsitsipas) fino ai dubbi su quali tornei potrà giocare Novak Djokovic, tenuto conto della sua ferma volontà di non vaccinarsi.
Medvedev, che ha compiuto 26 anni l'11 febbraio scorso, si prende la leadership della classifica, dando il là, ufficiale, ad una nuova epoca per il tennis. L'Italia, con Berrettini (25 anni) e Sinner (20), punta ad essere protagonista, Alcaraz (18 anni) e Auger Aliassime (21) sono caldi e stanno dimostrando, a suon di vittorie, sebbene permanga la sensazione che Nadal (35 anni), forte degli Australian Open vinti contro ogni pronostico alla vigilia, e la vecchia guardia possa e voglia fare di tutto per non arrendersi ad una nuova generazione spavalda e convinta dei propri mezzi.