Svolta nel caso di presunta frode fiscale che riguarda Leo Messi. Il giudice di Gavà, comune alle porte di Barcellona, ha rifiutato la richiesta di archiviazione per l'accusa di evasione a carico della stella blaugrana. La causa, dunque, prosegue: secondo il giudice ci sono indizi sufficienti per ritenere che l'argentino fosse a conoscenza della struttura fittizia messa in piedi dal padre Jorge per aggirare il sistema spagnolo di tassazione.
Il giudice ha stabilito di voler mantenere l'imputazione nei confronti di Messi, dando così dieci giorni di tempo all'avvocato di Stato per sollecitare il proseguimento della causa. Dopo aver 'patteggiato' nei mesi scorsi, Messi sembrava essere stato esonerato dalla causa, che sarebbe proseguita solo nei confronti del padre. Ma, secondo il giudice di Gavà, "ci sono indizi sufficienti per ritenere che Messi abbia acconsentito alla creazione e al mantenimento di una struttura finanziaria fittizia, che aveva come unico fine quello di eludere il pagamento dei tributi derivanti dalle entrate per i diritti di immagine".