"Il calcio è la mia passione, da quando avevo cinque anni vivo con il pallone tra i piedi". Lionel Messi, fenomeno del Barcellona, racconta a Max la sua giovinezza passata a tirare calci alla palla, fino ad arrivare a vincere tutto con la maglia blaugrana: "Il punto di svolta è stato con Guardiola - dice la Pulce sull'ormai ex allenatore del club spagnolo -. Mi ha fatto crescere come giocatore, soprattutto tatticamente, mi ha spiegato cose che non avevo chiare per niente. Che se ne andava l'ho saputo insieme a tutto il resto del mondo, e devo dire che è stata una settimana difficile: avevamo perso con il Real Madrid, e poi la Champions League. Infine il suo annuncio: il colpo è stato duro...".
Ma Messi guarda comunque avanti, e non ne vuole sapere di farlo con una maglia diversa da quella del Barcellona: "Resto qui, e spero e penso che tutto rimanga uguale anche senza Pep - continua l'argentino, vincitore delle ultime due edizioni del Pallone d'Oro -. Adesso c'è Tito Vilanova, che ha una personalità molto diversa. Spero si fermi a lungo, e se lo farà vorrà dire che le cose staranno andando bene. Io un giorno allenatore? No, non mi ci vedo...non credo proprio".
Nella bacheca del fenomeno blaugrana c'è però un trofeo che gli manca, e non è con la maglia del Barcellona, ma con quella della sua nazionale: "Vincere un Mondiale con l'Argentina è il mio sogno, è da quando gioco a calcio che ci penso - spiega Messi, che svela anche il suo hobby fuori dal campo -. Gioco con la Playstation, e spesso scelgo me stesso, oppure a volte prendo anche qualcuno della Spagna o dell'Argentina".