Michael Owen poteva essere uno dei giocatori capaci di segnare un'epoca al pari degli attuali Messi e Cristiano Ronaldo, e invece è rimasto uno dei grandissimi ''e se...?'' del XXI secolo (con Adriano). Il talento inglese è stato sfavillante all'inizio della sua carriera: il debutto nel Mondiale 1998 con un gran gol all'Argentina, il Pallone d'Oro nel 2001 e a quasi 22 anni dopo le grandi prestazioni col Liverpool, e il trasferimento al Real Madrid nel 2004. Il passaggio nelle fila dei galacticos avrebbe potuto lanciarlo ulteriormente, e invece è stato l'inizio della fine: Owen non si è mai ambientato, ha giocato al di sotto delle attese e nell'autunno 2005 è tornato al Newcastle. Coi Magpies è iniziato il suo calvario: un infortunio traumatico l'ha portato a saltare oltre un anno e cambiare stile di gioco, e poi è iniziato un loop di infortuni che l'ha perseguitato anche nell'esperienza col Manchester United e in quella conclusiva con lo Stoke City, squadra con cui si è ritirato nel 2013.
Owen ha dunque distrutto pian piano le premesse, e in un'intervista a BT Sports ha raccontato la sua lenta caduta, causata anche dai continui infortuni a un adduttore martoriato: ''Quando mi sono fatto male per la prima volta agli adduttori, sono finito. Ho cambiato modo di giocare: prima saltavo gli avversari, scattavo nello spazio e crossavo o facevo grandi gol, ma negli ultimi 6-7 anni - spiega Owen - mi sono trasformato nel giocatore che riuscivo ad essere. Ero terrorizzato alla sola idea di scattare, temevo che mi sarei strappato l'adduttore. Il mio istinto mi diceva di fare come sempre, sono nato per essere un calciatore, ma ogni volta che mi facevano un lancio in profondità tremavo e temevo l'infortunio''. Owen spiega così il suo momento negativo: ''Ho perso tutto, per 6-7 anni ho odiato il calcio. Non vedevo l'ora di ritirarmi, perchè non ero io quello che scendeva in campo: la cosa peggiore è che sono entrato in depressione, non mi mettevo neanche nella condizione di scattare. E quindi mi nascondevo, andando in zone del campo in cui non sarei mai dovuto essere''. Nasce così il tracollo di un grande talento, passato dal Pallone d'Oro a 22 anni al ruolo di comparsa nel Newcastle retrocesso e nel Manchester United di sir Alex Ferguson: Owen sarebbe potuto diventare l'erede di Ronaldo e uno degli attaccanti più determinanti del XXI secolo, ma il destino ha scelto diversamente per il Golden boy inglese.