"E' una bellissima sensazione, credo sia uno scudetto meritato. I ragazzi hanno disputato una stagione straordinaria e speriamo di concluderla ancora meglio con la Coppa Italia". Il giorno dopo la conquista matematica del titolo con lo 0-0 di Roma, il tecnico del Milan Massimiliano Allegri ripercorre le tappe del trionfo in un'intervista esclusiva ai microfoni di Sky: "Siamo partiti con una rosa di giocatori che avevano certe caratteristiche, ne sono arrivati altri ad agosto, ultimi su tutti Ibrahimovic, Robinho e Boateng e poi il mercato di gennaio è stato importante perché avevamo molti infortunati - dice il tecnico livornese -. E quindi c'era bisogno di tre giocatori. I maggiori meriti sono dunque della società, oltre che dei ragazzi che scendono in campo. Indipendentemente dalla cose tecniche e tattiche, hanno vinto le motivazioni del gruppo, il gruppo storico è stato eccezionale perché ha aiutato me e i nuovi a inserirsi nel contesto Milan. I nuovi hanno portato entusiasmo perché avevano voglia di vincere e i vecchi, forse chiamati così troppo precocemente, si sono messi in discussione e si sono resi conto che potevano ancora dare. E hanno dato. Sono le motivazioni ad aver fatto la differenza quest'anno".
Una delle svolte, a livello tattico, è coincisa con la cessione di Ronaldinho durante il mercato di riparazione: "Con l’arrivo di Ibra, Robinho e Boateng bisognava per forza cambiare assetto tattico e quindi Ronaldinho si doveva adattare a giocare in un altro ruolo - spiega Allegri -. Lui aveva poi il desiderio di tornare in Brasile e insieme alla società abbiamo scelto credo la soluzione più giusta sia per lui che per il Milan. Se Pirlo rimarrà? Come Ambrosini e tanti che sono in scadenza, bisognerà mettersi a tavolino con la società e valutare le esigenze della squadra, della società e degli stessi giocatori. E quindi, finché non abbiamo finito la stagione, non possiamo parlare di queste cose". E alla domanda su quale regalo si aspetta da Berlusconi per la prossima stagione, Allegri risponde: "Non c’è bisogno che chieda un regalo al presidente perché ci pensa già per conto suo".