Tratto dal blog di Xavier Jacobelli.
Edinson Cavani, 23 anni, è il miglior marcatore stagionale: fra campionato e coppe, sinora ha segnato 20 gol. Gli ultimi tre, l'uno più bello dell'altro, hanno fulminato la Juve che al San Paolo, nel primo tempo, non ci ha capito più nulla. E, nella ripresa, ha fatto pure peggio. Mentre i partenopei non hanno mostrato tracce della sconfitta patita con l'Inter, disputando una delle migliori prove della stagione, i bianconeri sono apparsi ancora rintronati dall'1-4 firmato Parma. La difesa è andata in barca; il centrocampo è affondato nella solitudine di Krasic, l'unico a battersi; in attacco, Toni accanto ad Amauri non ha convinto e il gol annullato all'ex genoano per il fallo su De Sanctis è stato l'unico acuto, per quanto stonato, di una prova incolore.
Velo pietoso su Amauri: Delneri l'ha inopinatamente preferito a Del Piero, salvo sostituire il brasiliano proprio con il capitano all'inizio della ripresa, per manifesta disperazione. Se avesse vinto a Napoli, la Juve avrebbe agganciato la Lazio al secondo posto. Invece, il secondo in classifica è questo Napoli gigantesco, ora a soli quattro punti dai rossoneri. Una posizione assolutamente degna della squadra di Mazzarri, autentica rivelazione del torneo; un premio per il tecnico che, contro la Juve, ha festeggiato la panchina n.400 da professionista. Senza la diga Melo (ancora complimenti al brasiliano per essersi fatto buttare fuori contro il Parma, dopo l'ennesimo fallaccio costatogli tre giornate), il centrocampo di Delneri è andato in difficoltà. La rapidità di esecuzione degli schemi è una delle ragioni del successo partenopeo e, contro la Juve, i napoletani sembravano schegge imprendibili. I movimenti di Cavani, Lavezzi e Hamsik hanno mandato in tilt i rivali e l'azione del tris azzurro è da manuale del calcio. Dossena è tornato sui livelli di rendimento che gli guadagnarono la chiamata in Nazionale, De Sanctis è una sicurezza.
La Juve, invece, è piombata in coma profondo e questo inizio 2011 si rivela una dolorosa via crucis, lastricata di buone intenzioni e pessimi risultati. In tre giorni, i bianconeri hanno incassato 7 gol segnandone 1, perdendo male con il Parma e malissimo al San Paolo. Ma, ciò che preoccupa maggiormente, è l'assenza di gioco, di idee, di tutto. La squadra si è addirittura arresa a venti minuti dalla fine, rinunciando a combattere, non cercando nemmeno il gol della bandiera: un atteggiamento inaccettabile. Questa Juve è un ectoplasma che riporta alla memoria il crac di Ferrara e il piccolo cabotaggio zaccheroniano, sfociato nel peggior piazzamento finale degli ultimi 43 anni. Considerato che, per fare la rivoluzione, Marotta ha ingaggiato 13 nuovi giocatori (Toni è l'ultimo), sinora i risultati sono stati deludenti.
Quinta in campionato, ma a 9 punti dal Milan (e l'Inter con due partite in meno ha soltanto due punti in meno rispetto ai bianconeri), la Juve è stata eliminata dall'Europa League ed è ancora in lizza per la Coppa Italia. Il grave infortunio di Quagliarella, i cronici acciacchi di Iaquinta, la prolungata indisponibilità di Martinez e De Ceglie, i disastri disciplinari di Melo, non sono sufficienti per giustificare questo gennaio nero. La sosta ha fatto malissimo ai bianconeri, irriconoscibili rispetto al pimpante e ambizioso gruppo prenatalizio. Sveglia, Juve: se continui così, altro che Champions. Lì merita di andarci questo Napoli che non finisce più di farsi applaudire, simbolo di una città che non piega la testa di fronte a chi la malgoverna; di gente che, vent'anni dopo, riassapora il tempo di Diego e si merita tutta questa gioia.
di Xavier Jacobelli
Direttore www.quotidiano.net
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