Milan: AAA cercasi Boateng disperatamente

Pubblicato il 19 settembre 2012 alle 12:11:58
Categoria: Serie A
Autore: Matteo Sfolcini

Tanto aveva abituato bene i tifosi rossoneri nel primo anno di Milan: inserimenti decisivi, strapotere fisico, qualche gol e anche quel 'moonwalk' che aveva deliziato la platea dopo la vittoria dello scudetto. "Bello e bravo", avevano pensato i supporters del Diavolo, e deve averlo pensato poco dopo anche la showgirl Melissa Satta, che in questi giorni giura di volerlo sposare. Ma Kevin Prince Boateng, ora, sta perdendo l'orientamento in campo.

Il ghanese era stata la vera rivoluzione copernicana, la novità del 'Milan di Allegri', che lo aveva imposto come trequartista atipico, più un mediano aggiunto sulla trequarti che un vero e proprio rifinitore. Così il buon Prince aveva recitato un ruolo fondamentale nell'anno del titolo, un ruolo che avrebbe ricoperto anche nella scorsa stagione se non ci fossero stati gli infortuni di mezzo.

Ma l'incisività di Boateng, e ora si può dirlo per certo, derivava anche dal suo ruolo da 'comprimario d'attacco' e non da leader, in un reparto monopolizzato da Ibrahimovic, e in cui Cassano duettava nello stretto, Pato correva negli spazi (quando era in campo...), e Robinho si allargava a destra e a sinistra a proporre gioco. Il Boa, ora, non può e non deve essere il fulcro della manovra offensiva rossonera: non è Rui Costa, non è Seedorf, non è Kaka, non può essere quello che risolve l'azione con l'ultimo passaggio. E non si deve fare l'errore di caricarlo di responsabilità da 'leader tecnico' in questo senso.

L'equivoco tattico che sta nascendo su Boateng, infatti, potrebbe essere troppo pesante per lui. La scelta di mettersi il numero 10 sulle spalle è oltremodo penalizzante (soprattutto in uno stadio dal palato fine come San Siro) e potrebbe schiacciarlo in una morsa senza ritorno. Ora sta ad Allegri (se ne avrà il tempo) 'preservarlo', magari capendo che non può e non deve essere il leader di un Milan mai così in difficoltà negli ultimi anni, e magari spostandolo sulla linea dei centrocampisti, dove veramente potrebbe essere un reale valore aggiunto.