Conferenza stampa di addio al Milan per Rino Gattuso, un altro del gruppo storico e vincente che ha proiettato i rossoneri in cima al mondo nel decennio scorso. "Sentivo il bisogno di lasciare, ho visto che lo zoccolo duro stava lasciando e quindi era il momento giusto anche se non era facile. I cicli finiscono, come quello degli olandesi Gullit, Van Basten, adesso è finito quello mio di Nesta e Inzaghi, compagni con i quali ho condiviso tante vittorie e tante battaglie. Non è un fuggi fuggi, quando hai dato tanto fai delle scelte - continua Gattuso - la mia è stata questa perchè pensavo di non potere dare più niente a livello calcistico, non mi sento quel giocatore battagliero che poteva dare ancora qualcosa a questa società".
Rino parla poi della reazione dei compagni alla sua decisione: "Sono rimasti scioccati. Era da un mese che dentro di me bolliva. Prima ho parlato con la società, poi con loro". E degli allenatori, Ancelotti e poi Allegri: "Carletto è stato amico, allenatore, papà e amante. Gli dicevo che dovevano mettere una sua statua vicino a quella di Nereo Rocco. E' stato un grande, davvero un allenatore che negli anni ci ha fatto fare il salto di qualità. Ora tutti parlano del Barcellona. Quella squadra aveva lo stesso rispetto del Barcellona. Allegri? Tutti mi davano per morto l'anno scorso, lui mi ha dato la possibilità di scendere in campo con continuità. E' diverso da Ancelotti: la storia di quest'ultima è diversa. Quello spogliatoio era più semplice".
Infine una riflessione sul futuro, visto che Gattuso vorrebbe continuare a giocare: "Non andrei mai alla Juventus e all'Inter: per l'amore che ho per questa società e per questi colori. Il mio sogno è indossare la maglia dei Glasgow Rangers: ora però c'è una brutta situazione. Non è una questione di soldi. Sono andato via a 19 anni dalla Salernitana. Mi son fatto conoscere grazie al Glasgow: ci son diversi casini là a livello economico. Penso sarebbe una scelta di cuore e bella".