Missione: ripartenza, “anche se l’amarezza rimane”. Rino Gattuso ha bisogno di rimettere in moto il Milan dopo la sconfitta al 93’ nel derby e vuole ripartire dalla sfida contro il Betis Siviglia di domani. “Contro l’Inter – spiega - non avevamo preparato la partita per pareggiarla, mentalmente la squadra mi è piaciuta. Chi vuole pareggiare mette linee a cinque in campo e due pullman davanti alla porta. Dovevamo palleggiare meglio, ci è venuto un po’ il braccino. E il gol non è solo colpa di Donnarumma, Gigio è un portiere in crescita. Lui in panchina? Non sono d'accordo. Prima del derby dicevate che era molto più affidabile dell'anno scorso, non sono cose che inventavo io. Faccio io le scelte, non vado dietro ai tifosi, con tutto il rispetto. Approfitto per fargli le condoglianze per la morte della nonna. Higuain? Ha solo il 30% di colpe per la prestazione che ha fatto, si è innervosito perché non riceveva palloni utili, il resto dipende dalla squadra che non lo ha servito bene. E dipende anche da me. Brucia, ma non è tutto da buttar via. Anche perché l’Inter non ci ha surclassati sul piano del gioco”.
Domani, però, si torna in campo e ci sarà la formazione titolare: “Non per star dietro alle critiche. Il Betis gioca bene, tiene molto la palla, presenta una difesa a tre che diventa a cinque. Finora credo di aver utilizzato i nuovi acquisti come Castillejo, Laxalt, Bakayoko e Reina. Del mercato estivo sono contentissimo, poi i minuti di utilizzo dipendono da tanti fattori. Caldara non ha ancora i novanta minuti nelle gambe, ma domani ci sarà, non so se da titolare o no. Quello che conta è che siamo una squadra viva, e non siamo in difficoltà fisica. Se iniziamo molto spesso l’azione dal basso è per non lanciare troppo e non trovarci in un tipo di calcio che non ci piace”.
Infine, l’analisi del fantasma di Donadoni che da lunedì aleggia sul tecnico: “Qualcuno parla bene, qualcuno male, qualche procuratore mi rompe le scatole. Io devo fare l’allenatore, ho iniziato cinque anni fa coi miei alti e bassi, ma credo fortemente in ciò che faccio. E mi prendo le mie responsabilità. A novembre compio un anno da allenatore del Milan, ho perso solo 6 partite. Le voci su Donadoni? Ho vissuto molto di peggio a Creta e a Pisa. Con Leonardo e Maldini ci confrontiamo come nelle famiglie, ci diciamo le cose in faccia, c’è un confronto onesto anche quando la vediamo diversamente. I problemi con Leo fanno parte del passato”.