Pippo Inzaghi si gioca tutto martedì sera contro la Lazio, ma il suo futuro sembra ormai segnato. Qualora il Milan non dovesse accedere alle semifinali di Coppa Italia, scatterebbe automaticamente l'esonero per l'ex centravanti rossonero: la soluzione interna sembra al momento l'unica percorribile, con Mauro Tassotti allenatore fino al prossimo giugno. Da scartare l'ipotesi relativa a Luciano Spalletti, il cui ingaggio ha un costo troppo oneroso per le casse di via Aldo Rossi.
Enormi le perplessità destate dall'impostazione di gioco di Inzaghi, che nelle ultime quattro partite di campionato ha racimolato solo un misero (e immeritato) punto in casa del Torino. Due vittorie negli ultimi due mesi sono un ruolino di marcia inaccettabile per i colori rossoneri, al di là delle carenze evidenti di una rosa raffazzonata e lacunosa. L'anno scorso, in occasione dell'esonero di Allegri, Tassotti aveva rifiutato l'incarico di allenatore dicendo che non avrebbe saputo fare meglio dell'allenatore livornese. Stavolta, però, l'ex terzino potrebbe provare a prendere in mano la situazione almeno fino a giugno. Quando dovrebbe avvenire una rivoluzione, con l'addio dei tanti strapagati over 30 e la partenza di un nuovo progetto con un altro allenatore. Stessa cosa a lungo paventata prima della scorsa estate e mai realmente avvenuta.