Milan: la squadra che andò in B era meglio di questa?

Pubblicato il 23 ottobre 2012 alle 13:13:02
Categoria: Serie A
Autore: Redazione Datasport.it

L'argomento retrocessione è tabù, almeno ufficialmente. Al Milan nessuno ne parla, e ci mancherebbe: siamo solo a ottobre. Ma dopo un avvio di campionato così disastroso, qualche preoccupazione è lecita: cinque sconfitte in otto partite e terzultimo posto in classifica, una cosa che non si era mai vista. O quasi. L'unico precedente, da far tremare i polsi ai tifosi milanisti, risale alla stagione 1981-82, quella che si concluse con la seconda retrocessione in B nella storia del club rossonero, la prima sul campo. Anche allora, considerando i tre punti a vittoria, il Milan era messo malissimo: 7 punti e penultimo posto in classifica.

In questi giorni da incubo per i rossoneri girano frasi solo all'apparenza rassicuranti: “Il Milan rischia la B? Ma non scherziamo, è impossibile”. Eppure, se si mettono a confronto la formazione tipo del 1981-82 con quella di oggi, c'è poco da stare allegri. Siamo sicuri che la squadra all'epoca allenata da Gigi Radice (poi sostituito da Italo Galbiati dopo 16 giornate) sia più debole di quella di oggi? A leggere i nomi più di un dubbio viene.

Difesa. Da destra a sinistra il Milan di trent'anni fa giocava con Tassotti, Collovati, Baresi e Maldera. Domenica contro la Lazio Allegri ha schierato Abate, Bonera, Yepes e Antonini. Qualcuno ha dubbi su quale sia il pacchetto arretrato più forte? Discorso diverso in porta: Abbiati ha qualcosa in più di Ottorino Piotti.

Centrocampo. Sergio Battistini, Ruben Buriani, Stefano Cuoghi (che col Parma vinse Coppa Italia e Coppa delle Coppe), Alberigo Evani, Francesco Romano (che contribuì al primo scudetto del Napoli di Maradona). Nomi forse non altisonanti, ma di tutto rispetto. Tolti Ambrosini, che non si discute, De Jong per la caratura internazionale, Montolivo per qualità tecniche, siamo sicuri che gli altri uomini a disposizione di Allegri valgano di più? Flamini, il Nocerino di questi tempi, Emanuelson, Traoré e Constant sono davvero superiori ai centrocampisti della retrocessione?

Attacco. Solo qui non sembrano esserci dubbi. Pato, Robinho, Boateng, Pazzini, El Shaarawy e Bojan sono di un altro pianeta rispetto a Novellino, Jordan, Antonelli e Incocciati. E anche i numeri lo confermano: quel Milan dopo otto giornate aveva segnato la miseria di due gol (uno su autorete), la balbettante squadra di Allegri per lo meno ne ha segnati 9.

Insomma, parlare di rischio retrocessione sembra un'esagerazione. Ma attenti. Il Milan di trent'anni fa, a un certo punto della stagione, scendeva in campo paralizzato dalla paura nonostante la presenza di giocatori dalla classe infinita come Baresi e dal carisma di Maldera. E' bene, quindi, che la squadra risalga la classifica al più presto. Per evitare guai peggiori e per evitare il ritorno di quella parola da incubo, Serie B, che in via Turati si augurano di non sentire mai più.