La deadline è ormai arrivata ma al momento la situazione societaria del Milan ha assunto una fase di stallo molto preoccupante. Manca un giorno al 6 luglio, ultimo termine fissato da Elliot per il rimborso dei 32 milioni prestati ai rossoneri per l'aumento di capitale. Yonghong Li dovrà sborsare questa cifra, altrimenti la società passerà nelle mani del fondo americano che potrebbe trattare in prima persona la cessione del club con i vari concorrenti americani, su tutti famiglia Ricketts e Stephen Ross.
Nelle scorse settimane il presidente cinese, ha rifiutato per due volte le offerte di Commisso, dopo estenuanti trattative a New York. Ad oggi però tutto tace ma il silenzio di Li appare studiato e induce a pensare che i soldi per il rimborso in realtà ci siano. Secondo la Gazzetta dello Sport, infatti la strategia di aspettare fino all'ultimo momento è orientata a strappare un accordo migliore a Commisso o a un altro acquirente.
Tuttavia è piuttosto improbabile quasi impossibile che Commisso riesca ad acquistare entro domani il 70% delle quote azionarie del Milan, ossia prima della scadenza per il rimborso. Tutto dovrebbe essere posticipato a fine anno quando Yonghong Li entro il 13 ottobre dovrà restituire a Elliot la bellezza di 303 milioni di euro più interessi (180 il prestito alla Rossoneri Sport Investement Lux e 123 quello al Milan). In questo scenario l'imprenditore italo-americano chiuderebbe con più calma la trattiva ma la sua pazienza, dalle parole riportate dai suoi intermediari, sembra arrivata al limite.
In aggiunta, attorno a questi delicati scenari, resta aperto il discorso dell'appello al Tas di Losanna, che deve comunicare un verdetto entro il 19-20 luglio. Il Milan sta facendo di tutto per ribaltare la sentenza della Camera Giudicante che ha escluso i rossoneri dall'Europa League ma se Yonghong Li dovesse il mantenere il potere della società la sentenza della Uefa sarebbe confermata. Il mistero sulle reali intenzioni del numero uno cinese non trova ancora risposte.