A Locri qualcuno può decidere anche chi può e chi non può giocare a calcio. Così una squadra di calcio a 5 femminile è costretta a chiudere e ritirarsi dal campionato di Serie A nel quale milita, a causa di minacce e intimidazioni.
E' quello che è accaduto allo Sporting Locri, club che esiste da solo 6 anni e che quest'anno si stava godendo l'attuale quinto posto in classifica. Eppure qualcuno ha deciso che tutto ciò andava fermato e il perché non è nemmeno chiaro.
"Non riusciamo a capire – spiega Ferdinando Armeni, il presidente dello Sporting Locri – quali interessi ci possano essere da parte di chi vuole ostacolare un’attività sportiva, unica realtà del genere in Calabria. Dal momento che il nostro è solo un hobby, una passione per lo sport calcistico. Non è accettabile che si possa correre il rischio di poter essere colpiti anche nei nostri affetti più cari. Certo, può darsi che si tratti di una bravata, ma davvero non ce la sentiamo di andare avanti come se nulla fosse accaduto".
Nell’ultimo messaggio trovato sul cruscotto dell’auto del presidente, lasciata anche con uno pneumatico lacerato, c'era scritto: "Forse non siamo stati chiari. Lo Sporting Locri va chiuso".
Molte, per fortuna, le reazioni di sdegno riguardo l'accaduto e solidarietà nei confronti del club calabrese. "Vergogna, porteremo a Locri le azzurre del calcio a cinque", ha commentato il presidente della Figc Tavecchio. "Il calcio italiano è unito contro la violenza - ha continuato - e contro la vergogna di chi attraverso la minaccia non vuole si faccia sport".