Negli Stati Uniti il baseball è sport nazionale, si gioca 10 mesi all'anno e ha un richiamo mediatico fuori dal comune. Ecco perché sta facendo discutere tutta l'America la decisione presa da Adam LaRoche di lasciare i Chicago White Sox per dedicarsi interamente al figlio Drake. Sul contratto del battitore, infatti, era specificato come il ragazzo (ora 14enne) potesse seguire il padre non solo nelle trasferte, ma anche negli allenamenti, avendo libero accesso alla clubhouse.
La franchigia dell'Illinois aveva accettato che Drake infrangesse la severissima regola nel mondo del baseball secondo cui nessuno, al di fuori di giocatori e staff tecnico, potesse avere accesso a spogliatoi e centro di allenamento. Ora però qualcosa è cambiato e i White Sox, dopo mesi in cui il ragazzo si era inserito perfettamente nel gruppo con tanto di armadietto personalizzato e divisa da allenamento, hanno chiesto a LaRoche un piccolo passo indietro e di ridurre la presenza del figlio almeno della metà.
Adam ha preso questa richiesta come un affronto personale e, dopo essersi concesso un paio di giorni per pensare, ha comunicato la sua decisione di ritirarsi definitivamente dal mondo del baseball e rinunciare così a uno stipendio da 13 milioni di dollari a stagione (dopo averne guadagnati 72 in carriera) per dedicare tutte le attenzioni a Drake. Nel mirino della critica americana sono finiti i White Sox che, però, si difendono: "Non esiste un posto di lavoro al mondo dove un dipendente sia autorizzato a portare con sé in ufficio il proprio figlio". La parola fine sulla storia sembra dunque scritta: per Adam viene prima la famiglia e poi il lavoro.