Dall'altra parte, una Croazia che è la tredicesima debuttante in una finale Mondiale e vuole sognare: è la prima finale internazionale per i ragazzi di Zlatko Dalic, che vogliono imitare le ultime due deb, la Francia del 1998 e la Spagna del 2010 che vinsero il Mondiale. Dalic non ci pensa, e vuole che i suoi si divertano e non sentano la pressione, e neppure la fatica di tre supplementari consecutivi: ''Divertiamoci, godiamocela, giochiamo come sappiamo e sfruttiamo il momento: se vinceremo, esulteremo orgogliosi. Se perderemo, lo faremo con dignità e ci complimenteremo con l'avversario''. Dalic prosegue con grande tranquillità: ''La partita più difficile per noi l'abbiamo già passata, superando lo scoglio degli ottavi. Questa è la partita più grande che molti di noi giocheranno nella nostra carriera: dobbiamo godercela perchè ce la siamo meritata. Siamo passati attraverso momenti difficili - prosegue il ct, subentrato a Cacic al termine delle qualificazioni -: 10 anni fa giocavamo in stadi vuoti perchè eravamo squalificati, e questo ci ha temprato. Non abbiamo fatto allenamenti specifici, abbiamo grandi giocatori e sento che tutti sono al meglio: i miei giocatori sanno che in me hanno un amico, ci rispettiamo a vicenda e ci consultiamo spesso sulle condizioni fisiche di ciascuno. Chi parla di questioni psicologiche mente: non c'è tempo per questo, in un torneo così''. In chiusura, due parole su Mandzukic: ''Mario è un top player, per lui non fa differenza amichevole o finale, centravanti o ala. Nessun allenatore avrà mai problemi con lui, in ogni club sarebbe fondamentale: è di ottimo umore, si diverte e sta giocando a un livello fantastico''.