Il Giappone sta vivendo un magic moment dal 1998, quando si è registrata la prima delle 6 qualificazioni mondiali consecutive che dura tuttora: i nipponici però non sano mai andati oltre gli ottavi di finale. I Samurai Blue, oggi allenati dal giapponese Akira Nishino, dopo il fallimento di alcuni tecnici stranieri (da ultimo, il bosniaco Halilhodzic), hanno il solito buon collettivo, ma sono sprovvisti di una stella in grado di spostare gli equilibri.
E così, in una rosa che comprende un Kagawa mai davvero rilanciatosi dopo il flop-United, Okazaki e il reattivo portiere Kawashima (reduce dalla stagione col Metz retrocesso dalla Ligue 1), i due giocatori più attesi sono gli ex milanesi. Yuto Nagatomo ha lasciato l'Inter a gennaio per giocare e rilanciarsi col Galatasaray: è lui il capitano di questo Giappone.
Il leader offensivo, invece, è la vecchia conoscenza milanista Keisuke Honda: il passaggio al Pachuca in Messico lo ha rinvigorito, il trequartista è tornato quello ammirato in passato al CSKA Mosca. L’ex numero 10 rossonero ha dimenticato le sue ambizioni imprenditoriali e il curioso acquisto dell'SV Horn, club austriaco di seconda divisione trasformato in una vetrina per un manipolo di giovani giapponesi e retrocesso al primo colpo. Per Honda 10 gol e 7 assist in Messico, impreziositi dalla partecipazione al Mondiale per Club. Il suo contratto col Pachuca scade il 30 giugno: un grande Mondiale potrebbe rilanciarlo in Europa facendo dimenticare a tutti il suo flop rossonero.