La sfida tra la Serbia e la Svizzera, che ha visto vincere in extremis gli elvetici grazie alla rete di Shaqiri, resterà nella storia dei Mondiali di Russia 2018. E non solo perchè rappresenta la prima rimonta della rassegna iridata, dato che sin qui chi era andato sotto aveva sempre perso, ma anche per le questioni politiche che ne sono scaturite: agli osservatori esterni non è passata inosservata l'esultanza identica di Granit Xhaka e Xherdan Shaqiri, che dopo aver realizzato le rispettive reti hanno mimato l'aquila simbolo della bandiera albanese. Il motivo è presto detto, e risiede nelle origini comuni dei due calciatori: Xhaka e Shaqiri hanno genitori nati nel Kosovo e poi costretti ad emigrare per la pulizia etnica dei serbi, e dunque hanno approfittato della rete segnata con la maglia della Svizzera (la loro nuova patria) per lanciare un messaggio ai rivali e spiegare che il popolo kosovaro è più forte di tutto.
La questione kosovara è molto sentita da entrambi: il padre di Xhaka, Ragip, venne detenuto e torturato per tre anni e mezzo a causa della sua partecipazione ad alcune manifestazioni contro il governo jugoslavo. Dopo essere stato rilasciato, scappò in Svizzera, dove sono nati Granit e Taulant Xhaka, che difende la maglia dell'Albania e ha dato vita a un insolito derby in famiglia durante Euro2016. Shaqiri, invece, è nato in Kosovo ed è poi fuggito coi genitori durante la guerra balcanica: l'ex interista aveva postato su Instagram la foto dei propri scarpini, con le bandiere svizzera e kosovara affiancate. Insomma, la loro reazione dopo il gol e quella rivendicazione politica sono tutt'altro che sorprendenti, ma ora potrebbero finire sotto la lente d'ingrandimento della FIFA: i due giocatori, che non hanno potuto giocare per il Kosovo a causa dell'impedimento della FIFA (che ha imposto ai giocatori di confermare la maglia svizzera, già indossata in gare ufficiali), rischiano una forte multa o una squalifica: il regolamento internazionale vieta infatti rivendicazioni politiche sul terreno di gioco, e dunque ora potrebbero scattare le sanzioni. Intanto, è arrivata la reprimenda di Petkovic, che ha invitato a ''lasciare la politica fuori dal campo'', mentre capitan Lichtsteiner ha difeso i due compagni: ''Li hanno provocati tutta la partita citando il Kosovo e insultandoli: quello che hanno fatto è il minimo, avrei fatto lo stesso al posto loro. Hanno fatto bene''.