Tutto questo non gli ha impedito di battere il record di panchine con la stessa nazionale (168, una in più del tedesco Herberger, che guidò Germania e Germania Ovest dal 1936 al 1964), e di qualificare l'Uruguay a un Mondiale che lo vede tra le possibili outsider: poche nazionali possono vantare un attacco come quello degli uruguagi, che schiereranno insieme Edinson Cavani e Luis Suarez, reduci dai consueti grappoli di gol con PSG e Barcellona. Il Conejo è chiamato a fare un grande Mondiale per cancellare dagli occhi di tutti la brutta immagine della scorsa rassegna, quando azzannò Chiellini e si vide infliggere una lunga squalifica.
I due attaccanti guideranno un Uruguay nuovo, che dopo il fallimento nella Copa America Centenario (out nel girone con Messico e Venezuela) ha effettuato il tanto atteso ricambio generazionale: il leader del futuro è senza dubbio Josè Maria Gimenez, che affiancherà Godin al centro della difesa, ma c'è tanta Serie A nello scacchiere del Maestro. Torreira, Vecino e Bentancur si giocheranno le maglie da titolari in mezzo al campo con Nandez (Boca Jrs), e potrebbero ritagliarsi uno spazio importante anche Laxalt, De Arrascaeta e il prossimo talento della Celeste. Maxi Gomez è reduce da una grande Liga col Celta Vigo, e sarà il primo ricambio dei due big offensivi: basterà il mix giovani-esperti per riportare l'Uruguay ai fasti della semifinale raggiunta a Sudafrica 2010 e della vittoria nella Copa America 2011?