Ai mondiali maschili in Uzbekistan, quattro azzurri eliminati, restano Cavallaro e Mouhiidine che puntano ai quarti.
di Giuliano Orlando
Non sono partiti bene per l’Italia i mondiali maschili in corso di svolgimento a Tashkent in Uzbekistan. Presenti 107 nazioni e 538 atleti. Oltre all’assenza di USA, Inghilterra e Irlanda fra le protagoniste del passato, va osservato che ben 61 nazioni sono presenti da uno a quattro atleti, assommando nel totale 143 pugili, con una media di poco superiore ai due pugili a testa. Non fosse per Russia, Cina, Azerbajan, Cuba, Uzbekistan, Kazakistan e Kyrgykystan, presenti al completo, il grande appuntamento risulterebbe ben sotto le attese, nonostante la sirena di premi milionari a chi sale sul podio delle 13 categorie. L’oro vale 200.000 dollari, 100.000 l’argento e 50.000 il bronzo. Raddoppiati rispetto all’omologa rassegna femminile, alla faccia della parità di merito. Purtroppo per quattro dei sei azzurri presenti, la rassegna è già finita. L’esito negativo riguarda Alessio Camiolo (51), Michele Baldassi (57), Francesco Iozia (60) e Diego Lenzi (+92), usciti in avvio del campionato. Ci restano Salvatore Cavallaro (75) e Abbes Mouhiidine (92), il tandem che ha raccolto bronzo e argento ai mondiali precedenti a Belgrado. Cavallaro ha combattuto domenica contro l’azero Kasimzade, sulla carta abbastanza impegnativo e in avvio si confermava ostico, mobile e abile a legare. Cavallaro appariva nervoso e impreciso, e il 3-2 a suo vantaggio appariva incoraggiante. Nel secondo tempo il siciliano appariva più tranquillo e metteva più colpi a bersaglio, in particolare funzionava bene il destro, che un paio di volte metteva anche in difficoltà l’azero, quando si pensava che la tornata sarebbe finita col giudizio dei giudici, stavolta nettamente per l’azzurro, il gancio destro di Cavallaro, scattava come una molla e trovava bersaglio e la seconda volta spegneva le lampadine a Kasimzade che finiva al tappeto. Trovava la forza per rialzarsi, ma le gambe tradivano la mancanza di equilibrio e l’arbitro chiudeva la partita e Cavallaro saliva agli ottavi, dove trova il biondo ungherese Akilov, più alto e molto mobile, impostosi sul quotato georgiano Kharabadze che lo ha inseguito per tre round, ma l’abilità difensiva del magiaro ha avuto la meglio. Chi vince trova i quarti, l’anticamera del podio dove avrebbe la certezza di portare a casa il bronzo e almeno 50.000 dollari. Salvatore il bronzo lo ha già conquistato a Belgrado, purtroppo senza Il premio. Se lo meriterebbe per la fedeltà alla maglia azzurra e la continuità di rendimento. Avversario difficile ma non impossibile.
Oggi tocca ad Aziz, il gigante campano, alla terza partecipazione iridata, dopo il successo sul kazako Oralbay (4-0), presente a Belgrado e fermato agli ottavi dall’uzbeko Saydrakhimov, giunto poi al bronzo. Avversario l’ecuadoregno Castillo Torres, vecchia conoscenza, 35 anni, per accedere ai quarti. Soggetto da non sottovalutare, esperienza decennale, capace nel 2019 a Ekaterinburg (Russia) di sfiorare l’oro, battendo rivali quotati come l’indiano Sanjeet e il kazako Levit, che ricordiamo defraudato dell’oro nel 2016 alle olimpiadi di Rio a favore del russo Tishchenko, premiato immeritatamente, per i soliti giochi politici. In finale Castillo si arrese al russo Muslim Gadzhimagomed, nove anni più giovane ed ora professionista (1), con un record da dilettante di 92 vittorie e 7 sole sconfitte. Il longilineo Muslim è presente a questi mondiali e se non accadranno sorprese, dovrebbe ritrovare in semifinale il cubano La Cruz, 34 anni in agosto, che di mondiali ne ha già vinto cinque, oltre a due ori a cinque cerchi (2016 e 2021) e che a Tokyo 2021, batté in finale proprio il russo. Nell’altra parte del girone prevedibile la semifinale tra il nostro Aziz e lo spagnolo, cubano di nascita Reyes, che contro l’azzurro ha perso le ultime tre sfide. Mi informano che su un sito, il nostro gigante è stato ripreso da un tuttologo, amico del presidente federale, per aver commesso troppi errori tattici, nonostante la vittoria. Rimproverandolo di aver perso energie e concentrazione nel corso del match. Nessun commento personale, solo la speranza che questi consigli non gli portino jella. A Belgrado 2021, La Cruz superò in finale il nostro Mouhiidine con un verdetto scandaloso al punto che lo stesso cubano indicò al pubblico nell’italiano il vero vincitore. Tra l’altro La Cruz è passato professionista (2), assicurando di aver chiuso a Belgrado l’attività in maglietta, ma di fronte a premi incredibili, ci ha ripensato. Nel frattempo Mouhiidine dopo aver vinto il titolo europeo a Yerevan in Armenia nel 2022, quest’anno a marzo al Golden Belt allestito dall’IBA a Marrakesh in Marocco, ha vinto il torneo, battendo prima Reyes, prendendosi anche la rivincita sul cubano, senza consigli ma offrendo la sua boxe personale. Ci auguriamo prosegua così.
Giuliano Orlando