La Polonia si conferma campione del mondo. Come nel 2014 davanti al proprio pubblico, batte in finale il Brasile (dopo aver eliminato con lo stesso punteggio gli Stati Uniti in semifinale) e sale ancora una volta sul tetto del mondo. Trascinata, tanto per cambiare, da un super Bartosz Kurek (24 punti per l’opposto che chiude con il 69% in attacco e si laurea miglior marcatore della competizione), la formazione del belga Heynen Vital domina sin dal primo momento (3-0; 28-26, 25-20, 25-23) un Brasile che è l’ombra sbiadita della formazione che aveva vinto la medaglia d’oro contro l’Italia all’Olimpiade di Rio 2016.
Sotto la direzione arbitrale del fischietto marchigiano Fabrizio Pasquali, la Polonia conquista dunque il terzo titolo iridato della propria storia e conquista l’accesso al torneo mondiale di qualificazione a Tokyo 2020 durante il quale, a gennaio, saranno consegnati i primi pass olimpici. È una Polonia solida quella che si presenta al cospetto del Brasile nel tutto esaurito del Pala Alpitour di Torino.
Dopo un primo set molto equilibrato, i polacchi prendono il largo nel secondo parziale e chiudono la partita in tre set con Kurek super protagonista. Un successo inatteso, soprattutto per il gioco poco brillante espresso dai biancorossi nella prima parte della manifestazione. Alla distanza, però, i polacchi sono cresciuti e, nonostante qualche polemica per il doppio confronto contro la Serbia che, di fatto, ha eliminato prima la Francia e poi l’Italia, ha dimostrato estrema concretezza e solidità. E così, dopo gli azzurri (il primo set, quello decisivo della sfida di venerdì è finito 25-14), gli uomini di Vital hanno regolato in fila Stati Uniti e Brasile (oro e bronzo olimpico).