Mario Monti ha detto 'no'. Il sogno olimpico, cavalcato dai vertici dello sport italiano e sponsorizzato da tutti gli atleti più rappresentativi, è sfumato a meno di 24 ore dall'ultimatum del Cio, il quale chiedeva ai governi nazionali delle città candidate una garanzia finanziaria sui costi da sostenere. E' proprio il piano economico ad aver ceduto sotto il peso della crisi, che l'esecutivo tecnico sta tentando di risolvere.
Il progetto olimpico, ha assicurato il premier, era di primo livello. Un compito perfetto, come lo ha definito Gianni Petrucci, il presidente del Coni. Ma non è bastato. Troppo alti i rischi connessi ai costi dell'organizzazione dell'evento a cinque cerchi. Lo sport italiano si è alzato dalla sedia e ha urlato il suo dissenso. Chi ha ragione?
Se l'approfondita e seria riflessione da parte del governo sui pro e i contro della candidatura della capitale ha partorito una risposta negativa, evidentemente non esistevano i margini perché il nostro paese si sobbarcasse uno sforzo del genere. Monti l'ha precisato in conferenza stampa: se i precedenti governi avessero detto no un po' più spesso, inimicandosi il popolo sognatore, la posizione italiana oggi sarebbe migliore. I Mondiali di Italia '90 hanno lasciato stadi disastrosi, che s'inginocchiano a qualche fiocco di neve. Alle Olimpiadi di Torino 2006, riuscitissime dal punto di vista sportivo, non è seguita un'adeguata gestione degli impianti (nello scorso novembre è stato ufficialmente chiuso il circuito di bob, skeleton e slittino di Cesana Pariol).
Occasioni perse, per riprendere un'espressione che nelle ultime ore è sulla bocca di tutti. Il 'no' di Monti, pronunciato con maturità e senso di responsabilità, fa storcere il naso a chi si è impegnato tanto per portare in Italia i Giochi - si presti attenzione, candidarsi non avrebbe significato vincere, Madrid e Tokyo sarebbero stati avversari duri da battere -. Ma chissà, anche lo stop odierno potrebbe contribuire a riportare l'Italia a livelli di sicurezza economica e creare l'ambiente perfetto per ospitare un'edizione delle Olimpiadi. Magari già nel 2024...