Una volta, a metà aprile, conoscevano i nomi dell’ottanta per cento degli allenatori per la stagione successiva. Da qualche anno non è così: sono cambiati i metodi, forse si improvvisa, le strategie di mercato slittano. Insomma, è un'altra cosa. Il Milan viaggia verso lo scudetto, soltanto il Napoli può creargli qualche grattacapo. E propone un Allegri in versione lusso. Che bel Milan: compatto, capace di sopperire a qualsiasi assenza. Soprattutto granitico in difesa. Anche alla Sampdoria ha concesso le briciole. La forza del Milan (e di Allegri) è quella di prescindere dai singoli: manca Nesta? No problem, ecco Yepes che sembra un veterano. Non c’è Ibra? Largo alla formula "palla a terra e fantasia". Pato si blocca? Avanti con Cassano.
All’inizio della stagione autorevoli opinionisti rimproverarono Allegri di non essere un trasformista. "Non si vede la mano dell’allenatore", dicevano tra settembre e ottobre. Ora si vede? Boateng trequartista chi lo ha inventato? Siamo onesti. Allegri si è tolto grosse soddisfazioni quando lo avevano incolpato di essere troppo bloccato su Ibrahimovic. Nel derby la recita perfetta. Max ha bucato una sola interpretazione, contro il Tottenham all’andata quando tenne fuori Pato, ma sono dettagli rispetto a un’impostazione molto illuminata.
Avete presente Allegri? Leonardo è l’esatto contrario. L’Inter in caduta libera, a Parma un disastro, rischia di compromettere il terzo posto (sabato scontro diretto, c’è la Lazio). E Leo cosa dice? "E’ un problema di condizione, soltanto io ho il controllo totale e so tutto. Otto punti dal Milan sono tanti, dobbiamo chiudere più in alto possibile". Banalità. Avrebbe dovuto dire: "Chiedo scusa, stiamo affondando. In difesa siamo ridicoli. Lavoriamo poco sugli schemi e sui movimenti, è soltanto colpa mia". Non l’ha detto, ha perso una grandissima occasione. L’Inter lascia palle-gol all’avversario come se fossero caramelle. Squadra senza una guida, in balia, che improvvisa.
Moratti può entrare nell’ordine di idee di confermare Leonardo, nel rispetto del contratto fino al 2012. E’ lui il padrone. Ma sappia che, se questo è l’andazzo, farebbe una cortesia alla concorrenza. Infatti, non accadrà. L’Inter è una barchetta nell’oceano. Urge pensare a un nuovo allenatore. Il migliore in circolazione, quello che parli di tattica. E che soprattutto la insegni. Tanta voglia di Mou.