Stagione combattuta, altroché. E, soprattutto, di una lingua sola, la stessa che il Motomondiale parla in tutte e tre le sue categorie. Per chi non lo avesse capito, stiamo parlando dello spagnolo, che ormai domina in lungo ed in largo nella massima espressione delle due ruote. Anche il 2013 non ha fatto eccezione, con Marquez vincitore nella MotoGp, Pol Espargarò in Moto2 e Vinales in Moto3. Tre categorie tutte molto combattute, ma ciò che conta di più ovviamente è la classe regina, dove il monopolio spagnolo è stato portato avanti da Marquez, Lorenzo e Pedrosa con Rossi unico non-spagnolo ad essere riuscito ad aggiudicarsi una prova del calendario. La superiorità del trittico iberico è stata evidente sin da subito, e questo ha regalato agli appassionati una grande stagione conclusasi solo all’ultima gara. Andiamo a riviverla.
Marquez, che deb!
La stagione parte il 7 aprile, orfana di un campione assoluto come Casey Stoner che a fine 2012 ha deciso di dire basta. Il vuoto lasciato dall’australiano sembra incolmabile, ma ci pensa il nuovo fenomeno Marc Marquez a far dimenticare presto il “canguro”. L’approccio di Marc, campione Moto2, con la nuova classe è esaltante: in Qatar lotta senza timori con Rossi prendendosi il podio, ad Austin, alle seconda gara della vita in MotoGp, addirittura vince battendo il compagno Pedrosa, a Jerez rifila una spallata gratuita ad un indignato Lorenzo che si vede sorpassare come un pivello all’ultima curva, a Le Mans, in una corsa difficile per le condizioni climatiche, è di nuovo a podio. Un quattro su quattro che lo proietta secondo in classifica a sei punti da Pedrosa.
Mugello e Barcellona, Lorenzo’s land
La superiorità della Honda è evidente nei confronti di una M1 in difficoltà rispetto alla rivale. In Francia Lorenzo e Rossi sono finiti indietrissimo, ma lo spagnolo campione del mondo in carica non ci sta a perdere altro terreno e dopo il primo successo in Qatar torna a vincere al Mugello ed a Barcellona, riportandosi a tiro di Pedrosa che resta leader con due secondi posti. Marquez invece getta via un secondo posto sicuro al Mugello e perde qualcosa in classifica, ritrovandosi a 30 punti dalla vetta del campionato.
Svolta estiva: Marquez in fuga
Arriva però un’estate calda che segnerà il lancio definitivo di Marquez verso il titolo mondiale. Ad Assen Rossi torna a vincere due anni e mezzo dopo, ma è l’infortunio di Lorenzo a fare notizia: il maiorchino, caduto in prova, ha stretto i denti e dopo l’operazione a Barcellona torna in pista per un 5° posto eroico. In Germania però sia lui che Pedrosa devono dare forfait per delle cadute nelle prove, e così Marquez ha strada libera verso un successo che gli vale la testa della classifica. Per Marc è facile anche la corsa di Laguna Seca, dove i suoi rivali corrono acciaccati tanto che finiscono al 5° (Pedrosa) e 6° (Lorenzo) posto. Al rientro dalla pausa estiva il risultato non cambia: Marquez vince anche a Indianapolis e Brno involandosi sempre di più nella graduatoria generale.
Lorenzo ci prova
Silverstone e Misano vedono però trionfare Lorenzo, che con orgoglio cerca di tornare in lotta per la classifica nonostante un distacco pesante. Bellissimo il duello in Inghilterra con Marquez e Lorenzo in lotta fino all’ultimo giro. Il tentativo di rimonta di Jorge sembra essere reso vano dai due appuntamenti successivi, Aragona e Sepang, dove Marquez gli finisce di nuovo davanti. Nel frattempo, Pedrosa è praticamente fuori dai giochi: caduto ad Aragona per colpa di Marquez che gli trancia il cavetto del traction control che fa volare in aria il povero “Camomillo”, Dani è furioso con il compagno che per sua fortuna se la cava con una “ammonizione” dalla direzione gara che non prende provvedimenti.
Finalone
In Australia, così, Marquez può chiudere i conti. Un problema delle gomme porta però la Federazione ad imporre uno stop (un cambio moto in pratica) durante la gara per non avere problemi di usura che possono mettere a rischio i piloti. Ci sono due giri disponibili stabiliti dalla direzione gara per effettuare la sosta, ma un grossolano errore del box Honda porta Marquez a sbagliare il giro della sosta: svista che costa la squalifica allo spagnolo, con Lorenzo che recupera 25 punti tutti insieme. Lorenzo vince anche a Motegi e così arriva a Valencia con 13 punti di distacco: ci proverà, vincerà la corsa ma grazie al terzo posto Marquez si laurea campione del mondo