MotoGP 2016, Marquez campione del Mondo: l'analisi

Pubblicato il 16 ottobre 2016 alle 10:02:59
Categoria: Moto GP
Autore: Redazione Datasport.it

Le vittorie alla Davide contro Golia sono sempre le più difficili e sofferte, ma alla fine sono anche quelle che ti danno più soddisfazione. Non c'è niente di più sensazionale, nel mondo dello sport, di ribaltare un pronostico già scritto, di portare a casa un'impresa impensabile, di fare quello che nessuno si aspettava tu potessi fare. Marc Marquez ci è riuscito, ed oggi è là in Giappone, festeggiante e festeggiato in una domenica per lui e per la sua Honda trionfale, che sigilla il terzo titolo vinto nella classe dal fenomeno di Cervera, il quinto se si contano anche quelli in 125cc ed in Moto2.

Ha vinto ed ora ripensa a circa 8 mesi fa, quando salì in sella alla sua compagna di avventure, la Honda RC213V, e si rese conto che non sarebbe stato un anno facile. I tanti cambiamenti tra il 2015 ed il 2016 avevano fatto perdere competitività alla sua moto, ma lui ha lavorato insieme alla squadra e ci ha sempre creduto, andandosi a prendere un mondiale costruito soprattutto in quella prima parte di campionato in cui sembrava spacciato e che invece, in un modo o nell'altro, lo vedeva sempre lasciare l'autodromo soddisfatto, perché riusciva sempre a metterci una pezza.

Ha vinto così Marc Marquez, facendo sempre ciò che doveva fare e lasciando che fossero gli altri a rovinarsi con le loro mani. Rossi troppe volte a terra, Lorenzo sempre in difficoltà nelle tante gare disputate sotto la pioggia quest'anno, mentre lui aveva il grande dono di capire quando era il caso di spingere e quando, invece, era meglio portare a casa la moto. Questo perché Marc è uno che impara, ed il titolo 2016 è sicuramente frutto della sciagurata stagione 2015, quando invece fu lui a sbagliare a ripetizione, ostinandosi a voler spingere (e vincere) a tutti i costi anche quando l'obbiettivo non era alla portata. Non lo aveva capito l'anno scorso, lo ha capito quest'anno, quando già a febbraio sapeva che se avesse corso di nuovo come la passata stagione non sarebbe andato da nessuna parte.

Ed il vero capolavoro è questo, oltre al solito stupendo lavoro fatto in sella: quello di lavorare sul piano mentale, quello di accettare la realtà (non lo aveva fatto nel 2015), e quello di comportarsi non da fenomeno irriverente ma da campione a tutto tondo, con quella visione di gara che dodici mesi fa era stata la sua condanna. Il primo avversario era stato sé stesso, sconfitto lui Marc si è ritrovato di colpo più forte.

Nel motorsport solo i campioni veri hanno saputo vincere con mezzi inferiori, soprattutto nell’era moderna di questi sport. La rivincita dell'uomo sulla tecnologia, con Marc che è qui a farci capire che nel mondo dei motori l'uomo può fare ancora la differenza, magari una differenza molto sottile, ma quando lotti a 300 all'ora sul filo dei millesimi anche questa sottile differenza può essere fondamentale, anche quando il tuo mezzo è inferiore a quello dei diretti avversari. Ma se sei uno che può fare questa differenza, allora tanto vale essere Davide. Proprio perché, come dicevamo, ad essere Davide e battere Golia c'è molto più gusto.