Era praticamente sparito dai radar e la sua sella iniziava a farsi calda, nel senso che Suzuki si guardava intorno e pensava a non rinnovare il suo contratto. Ma ad Austin è andato in scena il miglior Andrea Iannone degli ulimi tredici mesi, capace di artigliare il suo primo podio con la Suzuki.
Un fine settimana iniziato bene e finito meglio, dopo una corsa in cui, eccezion fatta per l'attacco sferrato a Marquez, Andrea ha corso con la testa pensando a non sbagliare, rimanendo ancorato fino alla fine alla Yamaha di Vinales e tenendosi dietro l'altra M1 di Valentino Rossi, cosa che gli ha permesso di cogliere il miglior risultato con la sua squada (la quarta posizione a Motegi 2017 era fino a ieri il miglior piazzamento). Ed una volta tagliato il traguardo, le difficoltà e le fatiche di questi mesi sono riaffiorite come un ricordo lontano, sebbene una corsa non basti per dire che Andrea ora si sia ritrovato al cento per cento. Una pressione che si è allentata tutta insieme e che ha fatto sciogliere Iannone, che ai microfoni si è presentato con occhi lucidi e si è lasciato andare ad una commozione che ha un po' sorpreso, ma che ha fatto trapelare una genuinità che forse dice che dietro alla corazza c'è un ragazzo meno duro di quanto si pensi.
C'entra la pressione mediatica di una vita privata sempre sotto ai riflettori, c'entrano le difficoltà incontrate nel passaggio in Suzuki, con una moto con cui non si è mai trovato a meraviglia. Di sicuro, questo podio è un toccasana ed arriva in un momento caldo della stagione: vero che mancano ancora sedici corse, ma i contratti si discutono e firmano ora e visto che le voci di un Jorge Lorenzo in direzione Suzuki si stavano facendo sempre più grosse, Andrea ha scelto il momento migliore per far risalire le sue quotazioni. Di sicuro avrà bisogno di altre gare così, perchè una rondine non fa primavera, ma certamente questa è la strada giusta sulla quale continuare a camminare.