MotoGP, Americhe: Marquez pigliatutto ad Austin

Pubblicato il 23 aprile 2018 alle 10:31:19
Categoria: Moto GP
Autore: Matteo Novembrini

 

Sta diventando quasi un caso, ci vorrebbe che la scienza ci buttasse un occhio per spiegare una superiorità del genere. Perchè dopo sei anni, siamo sempre qui: Austin è la terra di Marc Marquez, inutile anche il solo sperare che potesse andare diversamente.

Sulla pista dove Marc ottenne la prima vittoria in carriera in classe regina (era il 2013), continua una dittatura che ha dell'incredibile: in sei occasioni, sono arrivate sei vittorie, sei pole (il dato resta, al di là della penalità) e cinque giri veloci. Ed estendendo il discorso a tutte le gare americane, le cose fanno ancora più paura: in dieci corse in classe regina negli Stati Uniti, Marc ha portato a casa dieci vittorie. Roba da sentirsi più americano che spagnolo, per certi versi.

 

Una vigilia movimentata ed una penalizzazione in griglia non hanno cambiato la sostanza delle cose, con Marquez che ci ha messo poco a sbarazzarsi degli avversari per andare a cogliere il primo successo stagionale. Tutto facile come sempre, grazie ad una superiorità che va avanti da anni in Texas: il modo in cui Marc schizza via tra le “esse” del primo settore, oppure la violenza con cui si butta dentro alla staccata della prima curva, o ancora la scorrevolezza che ha nel tratto finale sono aspetti che vengono ammirati da sei anni a questa parte, ma nessuno riesce ad avvicinarsi a questo modo di interpretare il “Circuito delle Americhe”.

Già l'Argentina era stata una tappa buttata via, Marc non poteva fare lo stesso anche in America. E lo sapeva, infatti, nonostante la retrocessione in griglia, non ha mai dubitato di poter vincere. Una consapevolezza di sé che lo ha aiutato nel momento più diffcile, e che gli permette di presentarsi a Jerez con appena un punto di distacco in classifica dal leader Dovizioso. Termas de Rio Hondo è stata solo un caso.