MotoGP, Americhe: le pagelle

Pubblicato il 10 aprile 2016 alle 22:35:36
Categoria: Moto GP
Autore: Redazione Datasport.it

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Marc Marquez 10
Marc...ziano. Quando si corre ad Austin non ce n'è per nessuno, sono quattro anni che su questa pista domina e distrugge gli avversari. Tutti gli altri lo vedono due volte, al via ed al traguardo, nel mezzo c'è una gara corsa tutta in solitaria, con niente e nessuno in grado di dargli il minimo pensiero. Il vero capolavoro però è il +21 su Lorenzo e il +33 su Rossi.

Jorge Lorenzo 8
Dalla scivolata del warm-up al 2° posto in gara c'è di mezzo una preoccupazione gestita e dei nervi saldi, che gli permettono di restare concentrato nonostante dopo le prove del mattino si fosse in parte innervosito. Gli basta restare in piedi e senza Rossi, Dovizioso e Pedrosa la seconda piazza è quasi una formalità. Bravo e fortunato.

Andrea Iannone 8
Vedi che se corri con la testa e senza strafare i risultati arrivano. Oggi le sue prestazioni non gli sarebbero valse il podio senza gli “aiuti” dei colleghi, ma il non commettere errori è il primo passo per ottenere risultati. Dopo le difficoltà del warm-up comunque riesce a metterci una pezza, si tenga stretto questa coppa e si goda il primo champagne dell'anno.

Maverick Vinales 8
Un gran bel 4° posto dopo le scivolata in Argentina, ma soprattutto una bella battaglia, vinta, contro un compagno di squadra che in lui inizia ad avere la sua nemesi. I duelli con i compagni sono sempre difficili perchè in caso di errore l'arrabbiatura del team è doppia, ma lui sfida Aleix Espargarò con la freddezza e la testa di un veterano e vince il duello. Honda e Yamaha continuano a prendere appunti...

Aleix Espargarò 7
Un po' di ossigeno ci voleva, che poi volesse arrivare davanti a Vinales è un altro discorso. Intanto ha ritrovato feeling e prestazioni, il che è fondamentale per un pilota e non è certamente una considerazione banale, poi vero che perde il duello con il compagno ma pazienza, meglio fare un passo alla volta dopo un inizio di stagione molto difficile.

Scott Redding 7
Dopo il gran potenziale messo in mostra in Argentina, ecco un risultato concreto, un 6° posto ottimo e prezioso, che conferma che a Termas de Rio Hondo non si era trattato di un exploit e che lui può essere uno da tenere in considerazione. C'è ancora da mettere a posto qualcosa sul passo gara, ma sta lavorando nella giusta direzione.

Aprilia 7
Bradl 10° e Bautista 11°, un altro week-end in cui l'obbiettivo top 10 è stato centrato e quindi altri sorrisi per gli uomini di Noale, che, pur con ancora tanto da fare per arrivare al top, stanno iniziando a raccogliere i primi frutti di un lavoro che quest'anno è partito con una moto del tutto nuova e dunque bisognosa di tempo per esprimersi al meglio. Ma per ora le cose stanno andando bene.

Daniel Pedrosa 5
La scena più bella è vederlo sincerarsi subito dopo la caduta per le condizioni del Dovi (ancora prima di pensare a riprendere la moto), e poi vederlo a spasso nel box Ducati per scusarsi a parole e senza casco. Che fosse un bravo ragazzo lo sapevamo, oggi si è confermato. La gara? Stava andando bene, ha perso la moto in frenata ed è successo il patatrac. Ma pazienza, basta e avanza vedere come si è comportato, l'insufficienza è solo per l'errore.

Valentino Rossi 4
Ahi, una brutta botta. E non parliamo della caduta ma del contraccolpo che questa gara può avere su lui e sulla sua situazione in campionato. Anche se c'è da verificare che la colpa sia effettivamente sua e non della moto (sembrava in difficoltà in accelerazione), non ci voleva, perchè Lorenzo e soprattutto Marquez hanno già un cuscinetto di punti di vantaggio in classifica. Sarà più dura del 2015.

Andrea Dovizioso S.V. (senza voto)
Mamma mia, povero Dovi. Due podi alla portata, due podi meritatati, entrambi buttati via e non per colpa sua: la situazione più frustrante per un pilota. Il fatto è che dopo l'Argetina c'è ben poco da dire se non che non deve biasimarsi, perchè solo la sfortuna lo ha privato di tre grandi risultati su tre nei primi tre Gp. Ma lui e la Ducati ci sono, e questo è ciò che conta.