MotoGP, Australia: Vinales e Yamaha, che sollievo!

Pubblicato il 29 ottobre 2018 alle 10:40:09
Categoria: Moto GP
Autore: Matteo Novembrini

Ad Iwata lo sapevano che Phillip Island sarebbe stata probabilmente l'ultima, vera occasione per evitare di chiudere la stagione con zero vittorie. Certo, sarebbero ancora mancate Sepang e Valencia, due piste che però paiono non sposarsi perfettamente con la M1. Ci ha pensato però Vinales ad evitare un nuovo 2003, che fino ad oggi era l'unica stagione dall'istituzione della nuova MotoGP (anno 2002) in cui la Yamaha aveva chiuso il campionato senza vittorie.

Per Maverick il 2018 è stato un campionato di alti e bassi, una serie interminabile di montagne russe dal punto di vista emotivo, con lo spagnolo che troppe volte era passato da momenti buoni ad altri meno buoni dal punto di vista del feeling con la moto e di conseguenza della competitività. Una stagione vissuta stringendo i denti, in cui sia lui che il compagno Rossi avevano il terrore di spingere per non usurare troppo le gomme, per colpa di una M1 che nella gestione elettronica aveva il suo vero punto debole. Se la Yamaha quest'anno non è definitivamente affondata è stato merito dei suoi piloti, che non hanno mai gettato via alcuna occasione, raccogliendo quasi sempre ciò che il materiale a disposizione permetteva loro.

 

 

Rossi è stato mediamente un po' più competitivo di Vinales, poi però è arrivata Phillip Island ed è stato Maverick a tirare fuori il coniglio dal cilindro, con una gara superba che lo ha visto trionfare mentre Rossi ha dovuto guardare da lontano il successo del compagno, un successo al quale anche lui teneva molto. Maverick però è stato semplicemente più bravo, pur con una partenza ancora una volta tutt'altro che ottimale: ma non si è perso d'animo, è risalito piano piano, ed ha avuto il fiuto di intuire il momento esatto per affondare il colpo. Ritrovatosi davanti, infatti, ha tirato fuori subito dei tempi molto interessanti che gli hanno permesso di guadagnare dei metri sulla concorrenza, con il gruppo che poi ha fatto il resto: mentre gli altri se le davano di santa ragione con sorpassi e controsorpassi, al numero 25 è stato sufficiente tenere il suo ritmo per continuare a guadagnare. Il ritorno di Iannone nel finale non ha fatto paura, piuttosto ha fatto capire che oggi la M1 non era comunque la miglior moto in pista, e questo ha dato ancora più lustro alla prestazione di Vinales.

Vincere una corsa entro fine stagione era il vero obbiettivo nel box Yamaha, che dunque può salutare mentalmente questa stagione per gettarsi anima e corpo sul 2019, l'anno in cui da parte di Iwata si attende una sorta di rinascita. Giornate come quella di Phillip Island 2018 dovranno tornare ad essere la normalità e non l'eccezione.