In due gare, Andrea Dovizioso e la Ducati hanno scoperto un lato dolce ed un altro maledettamente crudele della realtà, quella di queste prime cinque gare del Motomondiale 2018. Da un lato una Desmosedici che funziona, che migliora e va veloce, dall'altra una classifica pesantissima, un -49 doloroso e che non rispecchia i veri valori di questa Ducati.
In Spagna una dinamica sfortunata aveva messo fuori causa il Dovi, in Francia è stato lui stesso a gettare al vento la gara, come quasi mai ha fatto nella sua carriera. Nelle prime due gare europee il forlivese aveva il potenziale per raccogliere almeno 40 punti, forse anche 45, perchè a Le Mans la Desmosedici filava ed infatti Marquez, anche dopo le qualifiche, aveva “snobbato” il poleman Zarco parlando di Dovizioso come il pericolo numero uno. Per sua fortuna il Dovi si è autoflagellato, spalancando allo spagnolo le porte di un paradiso che adesso dice +49 sul rivale più pericoloso.
Dispiace perchè Andrea quasi mai è incappato in errori del genere, ed è un peccato che ciò sia successo in una delle gare in cui era il favorito per la vittoria. C'è dispiacere, ma lui vuole farsi forza ed anche ai microfoni nel post gara non ha smesso di guardare il lato positivo, quello di una Rossa molto competitiva. “La Ducati vola”, dice Andrea, convinto che la stagione non sia ancora andata. Giusto così, per chi sente di avere tra le mani la miglior moto della carriera.
Dopo tutto, il Dovi rispetto al 2017 ha appena 8 punti in meno, ciò che preoccupa è che Marquez rispetto a dodici mesi fa abbia 37 punti in più. Andrea però non perde la speranza anche perchè il “suo” mondiale lo scorso anno iniziò proprio dal Mugello, dove tre due settimane spera di essere di nuovo il più forte. La situazione, con quasi due gare di ritardo rispetto a Marquez, è difficile, ma non impossibile. Ed a queste possibilità, seppur piccole, il Dovi si aggrappa con forza.