Bis. Vogliamo il bis. Vogliamo un'altra altra corsa così bella, così intensa, così ricca di colpi di scena come quella in Argentina. Una gara che potrebbe essere benissimo utilizzata come miglior pubblicità per vendere il “prodotto” MotoGP, che a Termas de Rio Hondo ha regalato una delle gare più belle degli ultimi tempi.
Questo anche perchè, adesso, ci sono davvero tutti. C'è la Yamaha (ma quello lo sapevamo già), c'è la Honda (super recupero dopo le difficoltà dei test invernali), e ci sono pure Ducati e Suzuki, che hanno perso dei podi per alcuni errori dei piloti ma che hanno dimostrato di avere il potenziale per stare davanti, almeno per giocarsi un piazzamento tra i primi tre. E dopo una gara pazza, l'unico a poter essere completamente soddisfatto è Marc Marquez, che contro ogni pronostico si ritrova in testa al mondiale dopo due gare. Un risultato che forse neanche in Honda si aspettavano, perchè la RC213V ha evidenziato alcuni problemi nei test e ancora non è al top (restano dei limiti ancora su motore ed elettronica, limiti che Pedrosa ha evidenziato benissimo), ed il merito è solo del fenomeno Marquez, che è riuscito a trasformarsi in uomo squadra di esperienza. Un cambiamento che potrebbe voler dire tanto, perchè lo scorso anno, con una moto non al massimo ad inizio stagione, Marc aveva commesso svariati errori nel tentativo di metterci una pezza: quest'anno invece, almeno in questi primi due Gp, ha massimizzato il potenziale del suo mezzo ed oggi è in testa, questo perchè complessivamente è stato il migliore. Un cambiamento che attende altre conferme, ma che potrebbe essere la chiave di volta per il 2016 della Honda.
E ora arriva la tappa di Austin, in Texas, una pista che negli ultimi anni ha sempre visto andare fortissimo proprio la Honda. Anzi, a dire la verità, da quando il circuito americano è entrato in calendario, su questa pista ha vinto solo la Honda, sempre con Marquez. Una benedizione forse per questo binomio, che in un momento favorevole, pur se, ripetiamo, con una moto non ancora al massimo della “forma”, può sperare di ottenere di nuovo il massimo su una pista che molto le si addice. Lo sanno bene tutti gli avversari, che a questo punto non possono più permettersi di sottovalutare un avversario che ha saputo “resuscitare” molto prima di quanto ci si potesse aspettare. Una fortuna per il bene di un mondiale che adesso vede addirittura quattro case ufficiali in grado di stare davanti: la Yamaha, ancora favorita, la Honda (di Marquez) antagonista principale, e poi Ducati e Suzuki che a meno di grandi svolte non potranno dire la loro per il titolo, ma che possono e vogliono comunque ottenere qualche vittoria di tappa.
Il motomondiale 2016 è un piatto ricco e appetitoso per tanti appassionati, condito da ingredienti genuini e di qualità, che lo rendono molto saporito; speriamo non si verifichino contrasti tra le “pietanze” a renderlo amaro come avvenuto lo scorso anno.