Basta guardare giusto due statistiche e l'idea viene spontanea, diretta: sarà Marc Marquez contro Maverick Vinales? Il primo reduce da un poker da paura sul circuito di Austin, l'altro dominatore di questo inizio di mondiale che lo ha visto vincitore in due gare su due. Sembra un duello annunciato, e probabilmente lo sarà.
Vinales è chiaramente il pilota più in forma, il migliore visto in pista tra Losail e Termas de Rio Hondo, e le prestazioni sono state quelle dei test, in cui era sempre stato davanti. Gli ha dato una mano in Argentina proprio Marquez, a terra nelle prime fasi in una gara che lo avrebbe visto con buone probabilità sul podio, e questo è un grande rammarico per Marc che adesso si ritrova già a 37 punti di distanza dal capoclassifica Vinales, che ha approfittato al meglio del brutto stop del connazionale per andare a prendere subito un buon margine in graduatoria, con Rossi primo inseguitore con 14 lunghezze di ritardo. Non è stato un inizio facile per Marquez, alle prese con gomme sbagliate in Qatar e come detto a terra in Argentina, ma questo Gp delle Americhe che andrà in scena questo fine settimana forse è proprio quello che ci voleva per lo spagnolo della Honda, che ricordiamo ha negli Stati Uniti un vero territorio di conquista: in otto partecipazioni in classe regina negli "States", il campione del mondo in carica ha ottenuto addirittura otto successi, e ad Austin è l'unico ad aver vinto in classe regina da quanto il circuito texano è entrato in calendario nel 2013. Un poker di vittorie ad Austin che dà grande fiducia al pilota di Cervera, storicamente in formissima nei cinque chilometri e mezzo della pista del Texas.
Al Gp delle Americhe vorrà essere della partita anche Valentino Rossi, che alla vigilia dice "Con Austin ho un conto in sospeso", riferendosi alla caduta che lo vide protagonista dodici mesi fa. Il pesarese ha ottenuto in Texas un solo podio in quattro gare, senza mai vincere, e per uno come lui questo è un cruccio non da poco, dunque anche Valentino sarà motivato al massimo in questa terza sfida dell'anno soprattutto perchè ha capito che Vinales non va lasciato scappare in classifica, nonostante siamo ancora agli inizi. Poi, come sempre, attenzione agli outsider, da Iannone a Dovizioso, passando per Pedrosa, mentre Lorenzo si accontenterebbe volentieri di una gara "tranquilla", vicino ai primi, senza le pretese di dover primeggiare a tutti i costi, giusto per iniziare ad incanalare nella giusta direzione questa stagione 2017 iniziata male.
Il circuito Costruito appositamente per la F1, il circuito di Austin è piaciuto sin da subito agli addetti ai lavori e dopo il debutto in F1 nel 2012, l'anno successivo è entrato nel calendario della MotoGp, che oggi corre in Texas l'unico Gp in terra americana della stagione (nel 2013 i Gp negli Usa furono tre, con Laguna Seca e Indianapolis oltre ad Austin, con il primo che ha avuto la sua ultima apparizione proprio nel 2013, mentre il secondo nel 2015). La pista, costruita da Hermann Tilke, misura 5513 metri e conta 20 curve.
Albo d'oro Come detto in precedenza, il Gp delle Americhe sul circuito di Austin è entrato in calendario nel 2013, e da allora si sono corse quattro edizioni in Texas, tutte andate a Marc Marquez ed alla sua Honda, gli unici ad inserirsi nell'albo d'oro di questo Gran Premio.