MotoGP, Gp delle Americhe: la presentazione

Pubblicato il 9 aprile 2014 alle 16:40:27
Categoria: Moto GP
Autore: Redazione Datasport.it

MotoGP, Mondiale 2014: guarda lo speciale di Datasport

Accadeva proprio un anno fa. Eravamo ad Austin, per il debutto del Motomondiale sulla nuovissima pista texana. Si vociferava di un ragazzino dal talento cristallino, capace, a detta di alcuni, di non far rimpiangere un fenomeno come Stoner. “E’ fortissimo”, dicevano, “presto esploderà”. Ma in pochi, forse nessuno, si aspettavano che sarebbe esploso così in fretta. E così, alla seconda gara della vita nella classe regina, Marc Marquez impartì una lezione al mondo andando a vincere la prima gara nella MotoGP della carriera, battendo con una corsa strepitosa il compagno Pedrosa e svelando al mondo di che cosa era capace.

Un anno dopo Marc Marquez torna ad Austin, teatro della sua prima vittoria, con un titolo in tasca ed una sicurezza notevolmente incrementata. E torna con la leadership iridata frutto della vittoria in Qatar. Il favorito quindi non può che essere lui, anche se non c’è cosa più sbagliata che dare per scontata la gara del “Gp of Americas”. Perché se Marquez è forte e motivato, lo sono altrettanto i suoi principali rivali, leggasi Lorenzo, Rossi e Pedrosa. Ed ognuno ha i suoi buoni motivi per esserlo: Jorge ha letteralmente gettato al vento la gara a Losail con uno dei pochissimi errori commessi negli ultimi anni, Vale è stato autore di una bellissima corsa tre settimane fa e vuole dimostrare che quest’anno la musica sarà diversa, senza lasciare il Qatar un caso isolato come avvenne dodici mesi fa, mentre “Camomillo” sa che ha a disposizione una moto fortissima con la quale non solo Marquez sa esaltarsi.

Bello sarebbe vedere della partita anche la Ducati, pur se Dovizioso avverte che Austin non è il tracciato più adatto alle caratteristiche della Rossa. Sia lui che il compagno Crutchlow sanno che il lavoro da fare è tanto, ma la Ducati pare aver iniziato con il piglio giusto la stagione, e questo fa sperare in un avvicinamento alle prestazioni delle case giapponesi. Perché al di là del 5° e 6° posto delle due Desmosedici (arrivato anche grazie alle svariate cadute avvenute in Qatar), a far sperare è anche un Iannone che, senza l’errore che lo ha ricacciato a fondo gruppo, avrebbe potuto duellare forse con i migliori, dato che quando è caduto era quarto e stava tenendo bene il ritmo. Magari non proprio ad Austin, ma speriamo che la Ducati torni a duellare per le prime posizioni, e speriamo che questo avvenga il prima possibile.