Il Motomondiale è entrato nella seconda fase, quella decisiva, e le prime due prove del dopo-vacanze hanno dato la certezza assoluta che quest'anno Marc Marquez e le Ducati fanno lotta a sè per quanto riguarda la vittoria. E non c'è ragione di pensare che non sarà così anche nel prossimo appuntamento di Silverstone.
Dovi per il bis, ma Lorenzo è al top Dodici mesi a primeggiare fu Andrea Dovizioso, per il quale il sogno iridato prese definitivamente forma proprio a Silverstone, dove Andrea andò a trionfare nel giorno del ko di un Marquez fermato da un problema tecnico. Parlare di titolo ormai ha poco senso, perchè ci vorrebbe un vero ribaltone per riaprire un discorso iridato che pare chiuso e non da Spielberg. Il Dovi però sa che avrà una Desmosedici ancora competitiva e vuole bissare il trionfo inglese del 2017, anche se quest'anno avrà un avversario in più che risponde al nome di Jorge Lorenzo: il maiorchino è in forma straordinaria (ha vinto tre degli ultimi sei Gp) e vuole continuare a macinare punti e vittorie per una sfida interna molto calda. Infatti, la coppia di Borgo Panigale è separata da appena un punto in classifica a favore del numero 99 ed anche questa sfida nella sfida avrà il suo fascino da qui a Valencia.
Marc può gestire, ma (forse) non lo farà Chi si gode il momento è Marc Marquez, sempre più in fuga nel mondiale (+59 sul primo inseguitore, Rossi) e ormai consapevole che per portare a casa il terzo mondiale consecutivo basterà gestire. Ma lo spagnolo non sembra il tipo di ragionare troppo: vero che rispetto a due stagioni fa ha fatto un balzo enorme dal punto di vista tattico per quanto riguarda campionato e classifica, ma Marc è uno che ama la sfida e come dimostrato tra Brno e Spielberg magari non si prenderà rischi fuori dall'ordinario ma venderà comunque cara la pelle per fare incetta di vittorie.
La Yamaha guarda avanti Il Red Bull Ring è stata una debacle e nel sabato pomeriggio austriaco sono pure arrivate le scuse da parte del capo progetto, che sono suonate come una resa, almeno per quanto riguarda il 2018. La realtà dice che la Yamaha non è mai stata veramente in lotta per il titolo, e solo la bravura di Rossi e Vinales (più qualche errore della coppia Ducati) ha permesso di avere fino ai primi di agosto una classifica tutto sommato positiva per la casa di Iwata, ma le tappa di Brno e Spielberg hanno distrutto le ultime speranze. Rossi è a -59, Vinales a -88: considerando il livello di competitività delle M1, inutile sperare ancora. Per questo, Yamaha guarda avanti e fa un acquisto importante nel mercato dei tecnici: dal settore Superbike arriva Michele Gadda, una sorta di "mago" dell'elettronica, punto debole delle M1. L'ingegnere italiano viene chiamato a risolvere il punto debole delle moto di Valentino e Maverick, e sebbene ci vorrà del tempo, quella della Yamaha è un'operazione mirata e con Gadda si spera di risolvere nel minor tempo possibile il vero male delle M1.