Un indizio è un indizio, due indizi sono due indizi, tre indizi fanno una prova. Non danno la risoluzione del caso, ma fornisciono una base da cui partire. Nel nostro caso, gli indizi si chiamano Losail, Termas de Rio Hondo ed Austin, sedi dei primi tre appuntamenti del Motomondiale 2018.
Senza dare certezze assolute, visto comunque che il campionato è lungo, le prime tre gare hanno offerto spunti e riflessioni, insieme a certezze e sorprese. La prima, è quella che già dai test era emersa come una ragionevole certezza, cioè che Marc Marquez e la Honda sono ancora più forti, grazie, oltre che al pilota, anche ad una moto che finalmente si è fatta trovare pronta sin dalla prima corsa. La classifica dice Dovizioso leader, ma è innegabile che sia stato Marquez-Honda il binomio più in forma: una vittoria, un secondo posto ed uno zero, che però, senza le follie del pilota e guardando il passo gara mostrato in quell'occasione (Argentina) sarebbe stato una facile vittoria. Vero che si è corso su due delle tre piste che meglio si sposano con la Honda e con Marquez (Termas de Rio Hondo ed Austin), però anche il segnale del Qatar non è da sottovalutare, visto che su un tracciato sfavorevole alla Hrc è arrivato un secondo posto con Marc in lotta per il successo fino all'ultima curva.
Miglioramenti anche per Dovizioso e la Ducati, sebbene forse sul piano prestazionale ci si aspettava qualcosa in più tra Argentina e Stati Uniti. La Desmosedici ha fatto un passo avanti, forse non così decisivo su quelle piste che ancora restano ancora indigeste, però la classifica parla di un +16 rispetto al 2017 per Dovizioso, il quale è anche in testa al campionato. Sicuramente la nota stonata per la Ducati è un Lorenzo ancora in crisi, che addirittura va peggio rispetto a dodici mesi fa: 12 punti nel 2017, la metà quest'anno. Superfluo dire che con il maiorchino il cambio di passo non c'è stato e che una separazione tra Lorenzo (in scadenza) e la Rossa non è utopia a fine stagione.
Un capitolo importante va poi speso per la Yamaha, ancora alle prese con i problemi che si sono manifestati per la prima volta a Jerez 2017 ed ancora non del tutto risolti. Tuttavia, si sono visti dei miglioramenti dopo dei test invernali difficili e Vinales e Rossi confidano di avere una moto se non al top comunque vicina ai migliori nel giro di poche settimane. Il prossimo appuntamento in Spagna, praticamente dove lo scorso anno per la prima volta la M1 andò in crisi, sarà fondamentale per capire se ed eventualmente quanto la Yamaha sia migliorata.
Tra gli altri, segnali di ripresa in casa Suzuki (due podi), in netta difficoltà Aprilia e Ktm, alle prese con un inizio di campionato a dir poco difficile. La casa di Noale ha come miglior risultato il 10° posto di Aleix Espargaro in America, mentre gli austrici possono vantare l'11° posto argentino di Pol Espargaro, con Smith addirittura a secco di punti. Soprattutto per queste due case, la stagione europea dovrà rappresentare una svolta.