MotoGP, Mondiale 2014: il nuovo regolamento

Pubblicato il 20 marzo 2014 alle 15:02:46
Categoria: Moto GP
Autore: Redazione Datasport.it

MotoGP, Mondiale 2014: lo speciale di Datasport

La Formula 1 ha vissuto il cambiamento regolamentare forse più corposo della sua storia, ma la MotoGP, poteva essere da meno? Poteva Carmelo Ezpeleta farsi togliere le prime pagine dalla "cugina" delle quattro ruote? Certo che no, ed ecco che anche nel Motomondiale arrivano le rivoluzioni.

Perché se gli appassionati della F1 hanno dovuto fondersi il cervello per capire tutte le novità tecniche e regolamentari, tra turbo, power unit e musi lunghi (e brutti), quelli delle due ruote hanno dovuto fare altrettanto per capirci qualcosa in un mondiale che, a pochi giorni dal via, ha visto l’inserimento di una terza categoria all'interno della classe regina. Dopo la distinzione tra "Factory" e "Open", è arrivata anche la "Factory 2", a complicare ulteriormente un quadro abbastanza complesso da capire, non per le tre categorie in sé ma per le differenze, a volte anche sottili, che vi sono tra questi tre "livelli" di MotoGP.

Situazione confusionaria, dovuta anche al fatto che i costi sono alti e che c'era veramente il rischio di ritrovarsi a parlare di un mondiale dominato sempre e solo dalle giapponesi Honda e Yamaha. La Ducati, consapevole che il gap cronometrico che la divideva dai primi due team, ha deciso di tentare il tutto per tutto, scegliendo di correre nella modalità "Open". Ma questo vuol dire che la scuderia di Borgo Panigale opta per una strada alternativa, che le permetterà di sviluppare il suo motore nel corso della stagione, cosa proibita alle "Factory".

Queste ultime, infatti, avranno solo cinque motori nel corso dell’anno il cui sviluppo è congelato (quindi non potranno subire modifiche) e avranno un serbatoio di 20 litri, mentre le Open potranno usure ben dodici motori durante il campionato, che svilupperanno per tutto il corso della stagione, ed il serbatoio sarà di 24 litri. In più, le Open potranno usufruire di una gomma speciale, di mescola più morbida (vietata alle Factory) che potrà permettere a questi tipi di moto di avvicinare le prestazioni delle Factory.

L'unico neo sta nel fatto che le Factory potranno usare un software libero per la gestione elettronica, mentre le Open disporranno di una centralina e di un software unico fornito dalla Dorna. Tra queste due categorie, come già detto, si interpone la "Factory 2", che parte come una Open a tutti gli effetti ma che subirà modifiche nel caso si ottengano buoni risultati (una vittoria, due secondi posti o tre terzi posti), che imporrà l’utilizzo di un massimo di nove motori ed un serbatoio di 22,5 litri.

La scelta Ducati ha creato scompiglio, perché Honda e Yamaha, le altre due grandi costruttrici nel Motomondiale, hanno capito che la casa di Borgo Panigale può essere un avversario scomodo, perché con piccole modifiche ha potuto portare la sua Desmosedici da una “Factory” ad una "Open", cercando di approfittare del regolamento che, per le Open, permette uno sviluppo libero del motore, guarda caso il punto di forza delle Rosse.  Inoltre, la Ducati cerca di anticipare i tempi, perché Carmelo Ezpeleta vuole che nel 2015 o nel 2016 si passi completamente alla categoria Open. Un tentativo, un po' disperato ed un po' fondato, di cercare di riprendersi le posizioni che contano, e farsi trovare avvantaggiata tra due anni. La Ducati non vincerà questo mondiale, che sarà ancora una disputa tra Honda e Yamaha, ma può essere orgogliosa: per un momento, ha fatto paura ai due colossi giapponesi.