MotoGP, Spagna: la presentazione

Pubblicato il 28 aprile 2015 alle 17:38:39
Categoria: Moto GP
Autore: Redazione Datasport.it

E' l'anno buono? In tanti se lo chiedono, in tanti vorrebbero dare o avere subito una risposta. Ma la risposta più logica da dare, senza correre troppo dietro a una situazione di classifica ben più rosea della aspettative, è quella che è ancora presto. Con anno buono avete capito tutti a cosa ci riferiamo. Ci riferiamo al fatto che, dopo anni di delusioni, la bandiera italiana può finalmente rialzarsi, interrompendo la supremazia spagnola e continuando a scrivere una storia che non è seconda a nessuno in quanto a vittorie. Ci sono Valentino Rossi e le Ducati ad alimentare il sogno tricolore, apparsi in grande spolvero in avvio di campionato. Con un Rossi in testa alla classifica con 66 punti e ben due successi in tre gare (come non accadeva da tempo), un Dovizioso a quota 60 e sempre secondo tra Qatar, Austin e Argentina, uno Iannone leggermente più staccato ma pur sempre in terza posizione. Roba da non crederci e invece, al debutto in Europa, il Motomondiale 2015 dice esattamente questo.

Come dicevamo in apertura, però, occhio ai facili entusiasmi. Non tanto perché Rossi e Ducati non abbiano evidenziato un buon potenziale, piuttosto per il fatto che sono gli altri, leggi gli spagnoli, a non aver messo in mostra tutto. A partire da Marquez che ha saputo vincere (anzi, stravincere) l'unica gara in cui non ha avuto inconvenienti, quella in America. A Losail un lungo nelle fasi iniziali lo ha costretto a una gara in rimonta senza potersela giocare con i primi, in Argentina un errore di valutazione lo ha privato di un podio sicuro. E' per questo che Marc si ritrova staccato di 30 punti in campionato, ma la prima delle varie tappe spagnole in calendario arriva forse al momento giusto per rialzare la china, mettersi alle spalle la caduta di Rio Hondo e chiarire, se ce ne fosse bisogno, che lui è tutt'altro che appagato dopo i due titoli 2013 e 2014. Certo, presentarsi a Jerez senza la frattura al mignolo sarebbe stato meglio, ma con un bel po' di antidolorifici e un po' di sopportazione non dovrebbe essere un problema per Marquez esprimersi al meglio. Jerez arriva anche per aiutare un altro spagnolo, Jorge Lorenzo. Il compagno di Valentino non è ancora salito sul podio e ha sempre chiuso alle sue spalle. L'avvio di campionato del maiorchino non è stato esaltante ma sempre meglio di quello del 2014 e, dato che la stagione praticamente è appena cominciata, ci sono tutte le premesse per rientrare in lizza per il titolo. Certo Jorge ha bisogno di più grinta, altrimenti far scappare troppo i primi in classifica vorrebbe dire compromettere l'annata.

Il circuito Jerez de la Frontera, in Andalusia, è ormai un appuntamento fisso del calendario del Motomondiale, dato che si fa tappa su questa pista ininterrottamente dal 1989 (dopo una prima apparizione nel 1987). Il tracciato misura 4.423 metri e conta 13 curve.

Albo d'oro Valentino Rossi è il re di questa pista, dall'alto dei suoi 6 successi. Precede Mick Doohan che a Jerez ha trionfato quattro volte. Tra i piloti in attività si contano due successi per Pedrosa e Lorenzo e uno per Marquez. Tra le squadre, Jerez è palesemente terra di conquista della Honda che ha colto in Andalusia addirittura 18 successi. Nel conto ci sono anche 6 vittorie Yamaha, 2 Suzuki e una Ducati.