MotoGP, Valencia: il commento

Pubblicato il 10 novembre 2013 alle 15:40:22
Categoria: Moto GP
Autore: Redazione Datasport.it

Tornano alla mente le qualifiche del Qatar, quando un debuttante Marc Marquez mise a segno la pole al debutto. Torna alla mente la gara di Austin, prima vittoria nella classe regina, quella di Jerez, dove senza timori reverenziali dette una spallata al campione del mondo in carica Jorge Lorenzo, quella di Laguna Seca dove al Cavatappi, una curva mostruosa nella sua pericolosità, si prese il lusso di far passare da pivello addirittura Valentino Rossi, suo idolo da sempre.

Queste, in sostanza, le imprese di un Marc Marquez che oggi riscrive la storia. Campione del mondo nella classe regina ad appena 20 anni, record assoluto di precocità. Un giovanotto già miliardario che vive ancora a casa con i genitori, che fa quello che fanno tutti i suoi coetanei, ma che quando indossa il casco diventa il ragazzino terribile che ha fatto dannare gente come Lorenzo, Pedrosa e Rossi. Lui, con il suo modo di correre, sempre aggressivo e sempre al limite, ha anche dimostrato di avere imparato che non sempre si vince con la mano pesante, ma che serve anche tanta lucidità e tanto fegato per non soccombere sotto il peso della pressione. Oggi ha corso come c’era da correre, capendo, per una volta, che non era proprio il caso di fare gli eroi.

Eroe ci è diventato comunque, vincendo a Valencia un titolo che ha un sapore speciale non solo per lui. Innanzitutto per i genitori, che si ritrovano in casa il pilota più forte del mondo, per la sua squadra, che lo scelse come sostituto di Stoner, il fenomeno che sembrava difficile da sostituire, per le persone che gli sono state vicine e che oggi si ritrovano a celebrare si un campione, ma con la freschezza e la voglia di vivere della miglior gioventù. Correre divertendosi, fare divertire correndo, sorridere in caso di vittoria, fare lo stesso anche in caso di sconfitta. Ecco il nuovo campione del mondo. Ecco Marc Marquez.