Come tutti i campioni, Marc Marquez divide. Ed il motivo è sin troppo semplice da ritrovare, e risale agli eventi di due anni fa, quando si ritrovò (o volle ritrovarsi) invischiato nella lotta per il campionato tra gli allora compagni di team in Yamaha, Lorenzo e Rossi. Da quel momento, la figura di Marc Marquez, che aveva le sembianze del bravo ragazzo, giocondo, felice e simpatico, per tanti appassionati si è increspata, ed ha preso la forma di una sorta di ribelle con un pizzico di arroganza che non guarda in faccia a nessuno. Proprio nessuno, Rossi compreso, il presunto idolo della sua infanzia con il quale ha spesso duellato ed anche litigato, ma già da quest'anno si sono rivisti sguardi meno glaciali tra i due, giunti anche a qualche stretta di mano.
Perchè lo vogliano o no, il posto di Valentino Rossi verrà preso proprio da Marc Marquez. Caratteri diversi, modi di fare diversi: ma sotto la pelle, i due si somigliano più di quanto siano disposti ad ammettere. Valentino era il tipo che demoliva avversari, macinava record, poi si toglieva il casco ed andava a scherzare nell'intervista, dimostrando che a lui andare in moto piaceva da matti, ma che anche essere il più popolare tra i colleghi non gli dispiaceva. Oggi Marc fa lo stesso, esaltando in pista con manovre e sorpassi che solo a lui riescono, e cercando di fare poi il divo semi-ingenuo di fronte a microfoni e telecamere.
La superiorità di Marc Marquez in questi anni è stata quella di saper essere veloce in ogni condizione, sia con la moto migliore, sia con la moto peggiore, e la svolta è stata il biennio 2015-16: nel primo ha capito che se non si ha il mezzo per vincere, inutile buttare via il piazzamento con una caduta; nel secondo ha messo in pratica quanto imparato nei dodici mesi precedenti e pur guidando una moto molto meno efficace ha saputo sfruttare ogni minima occasione per arrivare ancora al bottino grosso. Merito di una guida spettacolare (unica e paragonabile solo a quella di Casey Stoner) ma anche molto redditizia, affinata in ogni minuto di prove libere. Perchè Marc non ha paura di finire per terra, ed incarna perfettamente il concetto di Gilles Villeneuve, “per trovare il limite devi prima superarlo”: spesso si ritrova nella ghiaia al venerdì ed al sabato mattina, questo gli serve per capire fino a che punto può osare, e poi, tra qualifica e gara, gli errori spariscono quasi del tutto ed ecco pole e vittorie a ripetizione.
Articolo scritto da Matteo Novembrini