Parliamoci chiaro, stavolta hanno fallito. Soprattutto lui. Nessuna vittoria, nessuna pole position, solo tre miseri podi ed un misero sesto posto come miglior risultato in classifica. Con il Gran Premio di Valencia si è chiuso dunque il matrimonio tra Valentino Rossi e la Ducati, ovvero la più grande delusione del Motomondiale degli ultimi anni.
Inutile, dopo due stagioni, cercare colpevoli. Ciò che rimarrà, sarà solo un grande amaro in bocca per quello che sarebbe potuto essere e che invece non è stato. Più che colpevoli, meglio analizzare i motivi ed i perché di questo grande fallimento. Sembra solo ieri, quando nell’estate del 2010 Valentino Rossi e la Ducati annunciano il loro accordo. Commovente la lettera “d’amore” che Vale scrisse per la Yamaha, la moto sulla quale ha conquistato ben 4 titoli (2004, 2005, 2008, 2009) nella massima categoria. Il “Dottore”, sette anni prima, aveva lasciato la Honda proprio per approdare alla Yamaha, all’epoca solo una moto da metà classifica. Aveva bisogno di stimoli, diceva Rossi, che in pochi mesi di collaudi rese la M1 la miglior moto del lotto. Il passaggio in Ducati ricalcava proprio questo progetto: come fatto con la casa giapponese, Valentino voleva provare a vincere anche con la Ducati.
I miracoli, già difficili di per sé, possono accadere una volta, non due. Non sempre le cose vanno come ci aspettiamo, e se Rossi aveva visto bene nel 2003 passando alla Yamaha, lo stesso non si può dire del suo trasferimento alla Rossa. Subito si era capito che rendere la Desmosedici competitiva non sarebbe stata una passeggiata, ma neanche che sarebbe stato così difficile.
Il debutto di Rossi sulla Rossa avvenne il 20 marzo 2011, in Qatar. Valentino chiuse con un mediocre settimo posto, ma tutto lasciava intendere che la situazione sarebbe migliorata. E invece si sono susseguiti tentativi, prove, fallimenti, altre prove ed altre delusioni, incomprensioni interne e la definitiva quanto inevitabile resa. Nel 2011 la casa di Borgo Panigale tentò addirittura di far debuttare parte delle novità destinate alla moto 2012 proprio per raddrizzare la stagione, ma così non fu e Rossi chiuse l’anno al settimo posto con un solo podio. Così, all’inizio di quest’anno, le due parti si erano trovate ad un bivio: o sarebbero arrivati i risultati, oppure si sarebbe cambiato. Tutti sanno quanto è accaduto e tutti sanno perché si è arrivati a questo punto. Emblematico fu Valentino quando, resa nota la sua firma con la Yamaha, aveva sentenziato: “Mi dispiace, ma restare in Ducati rappresentava un vero e proprio salto nel buio”.
Entrambi, l’anno prossimo, cercheranno di scaricare sull’altro le colpe di questo fallimento. Rossi proverà a dare l’assalto agli ultimi titoli prima di dire addio con quella moto che già lo feci trionfare negli anni precedenti, dimostrando di essere ancora il pilota numero 1; la Ducati proverà a dimostrare, con l’appoggio di Audi e di Andrea Dovizioso, che la Desmosedici sa andare forte. Ognuno farà del suo meglio, ma il sogno degli italiani, quello di vedere il miglior pilota italiano sulla miglior moto italiana, resterà irrealizzato per sempre.
I due anni di Rossi in Ducati in numeri
Debutto: 20 marzo 2011, Gp Qatar
Gran Premi: 35
Vittorie: 0
Podi: 3
Pole position: 0
Giri veloci: 2
Punti: 302
Miglior risultato in gara: 2° (Gp Francia 2012, Gp Misano 2012)
Miglior risultato in campionato: 6° nel 2012 con 163 punti