"Le moto sono oggetti che fanno sognare. Hanno colori e suoni diversi, hanno forme che rivelano l'ispirazione di chi le ha concepite. A volte queste creazioni sono autentici oggetti d'arte motoristica che trasformano il progettista in artista". Questa frase, che campeggia sul sito ufficiale della Cagiva, aveva reso famoso Claudio Castiglioni, al di là delle sue doti imprenditoriali. Il patron della casa motoristica varesina, fondata dal fratello Giovanni, è scomparso ieri all'età di 64 anni lasciando un grande vuoto nel mondo delle due ruote e non solo. Dal 2005 al 2010 Claudio Castiglioni è stato anche il presidente della pallacanestro Varese, una delle società più prestigiose d'Italia e d'Europa.
Ma fu soprattutto nel mondo delle moto che Claudio Castiglioni si contraddistinse per le sue abilità di manager sportivo. Grazie a lui la Cagiva, che rimarrà nel Motomondiale fino al 1994, si toglie una serie di soddisfazioni nella classe 500 con fuoriclasse come Eddie Lawson che, nel 1992, realizza il sogno della scuderia varesina e conquista la prima vittoria nel Motomondiale nel Gran Premio d'Ungheria.
Nel 1993 e nel 1994 seguiranno le vittorie di John Kocinski rispettivamente nel Gran Premio degli Stati Uniti e del Gran Premio d'Australia. L'avventura della Cagiva nella classe regina del Motomondiale si chiuderà con un bilancio di 3 vittorie, 11 podi, 6 pole position e 3 giri più veloci in gara. A Claudio Castiglioni si devono inoltre i successi di Edy Orioli nella Parigi-Dakar, il rilancio della Ducati e del marchio MV Augusta.