La sua panchina, quella dove ha ottenuto il magico triplete, affidata al suo acerrimo nemico. Josè Mourinho, dentro di sè, non deve aver preso bene la decisione di Massimo Moratti di affidare la guida tecnica dell'Inter a Claudio Ranieri. I due allenatori, da quando lo Special One sostituì nel 2004 il tecnico romano sulla panchina del Chelsea, si sono ripetutamente beccati, con dichiariazioni velenose che hanno lasciato sempre strascichi polemici.
"Io sono un vero interista, non uno pseudo-interista - ha dichiarato Mou nella conferenza stampa alla vigilia di Real Madrid-Rayo Vallecano -. Non mi faccio mai condizionare, per questo vorrò sempre che l'Inter vinca, qualunque sia il suo allenatore". Accoglienza fredda, insomma, ma pur sempre accoglienza. "Da interista - continua il tecnico dei blancos - auguro a Ranieri di essere felice lì come lo sono stato io".
In realtà in questo periodo lo Special One ha problemi più grossi da affrontare. Il suo Real, dopo le prime due vittorie nella Liga, è reduce da una sconfitta ed un pareggio. I tifosi sono stufi dei comportamenti del portoghese, lo spogliatoio sembra spaccato, la società esige un cambio di rotta immediato. "Non siamo in crisi - ha affermato Mourinho gonfiando il petto -. Non c'è nessuna frattura nello spogliatoio, sono invenzioni per vendere più giornali. Secondo alcuni sondaggi sono io il colpevole di questo momento nero? Se domani vinciamo - ha conlcuso - i risultati cambieranno".