Grande avvio di stagione per Carlo Ancelotti sulla panchina del Napoli. Carletto ha già fugato tutti i dubbi che circondavano la squadra a inizio stagione e ha raccontato qualche retroscena dei suoi primi mesi vissuti all’ombra del Vesuvio a Dazn.
Per cominciare ecco come ha convinto alcuni pilastri della squadra a credere nel suo progetto: “Con Mertens non è stato semplice perché non giocava dall’inizio, ma sono cose normali: se non se la fosse presa sarebbe stato peggio. Hamsik? Sapevo che aveva avuto quest’offerta per andare via, allora gli ho spiegato che per me era un giocatore importante e che mi avrebbe fatto piacere se fosse rimasto… Gli ho anticipato che avrei volute cambiargli ruolo: forse è proprio questo che lo ha convinto a rimanere perché voleva provare qualcosa di nuovo”.
Ancelotti ha detto sì per poter tornare a parlare la sua lingua madre: “La possibilità di tornare a parlare italiano è una delle cose che più mi ha convinto ad accettare la proposta del Napoli. Dal punto di vista tecnico, parlare in inglese non crea nessun problema, ma dal punto di vista emotivo e psicologico parlare la propria lingua è tutta un’altra cosa. Al Napoli internazionale di oggi, la lingua ufficiale che si parla è l’italiano”.
L’eredità lasciata da Maurizio Sarri non è un peso psicologico, anzi: “Il terreno non era solo ben arato, c’era già un’erba rigogliosa: il lavoro che ha fatto Sarri è stato di fondamentale importanza”. In chiusura una battuta sul presidente Aurelio De Laurentiis: “Io e il presidente ci sentivamo ogni tanto da anni. Ci eravamo già sentiti quando tentai di portare Cavani al Psg senza successo e quest’estate abbiamo fatto anche le vacanze insieme. Lui è un presidente che è diventato appassionato col tempo: adesso segue tutto, si informa su tutto, ma sa delegare. E’ una persona molto schietta, molto sincera, molto divertente”.