Dopo 33 anni il Napoli ritorna a vincere uno scudetto. Dopo gli anni di Maradona, questo in un certo senso risulta essere “umano”, il primo conquistato da un gruppo di calciatori: ognuno ha dato il suo contributo.
Chi ha vissuto gli anni di Diego, sa benissimo che quel Napoli era identificato come la squadra di Maradona. Nel primo scudetto quello che non si potrà mai scordare, c’era Garella in porta, il vecchio Bruscolotti e il giovane Ciro Ferrara con Moreno Ferrario e Renica a completare la difesa. A centrocampo un leader come Salvatore Bagni e rambo De Napoli. In attacco la MAGICA, Maradona, Giordano e Carnevale. Nomi di sicuro spessore, ma Diego era Diego e a distanza di anni, ogni sportivo ha la consapevolezza della grandezza e di quello che ha rappresentato Maradona non solo per per il Napoli e l’Argentina, ma per il calcio intero.
La storia viene enfatizzata allora è giusto raccontare il presente.
La squadra di Spalletti è partita in sordina: 2 vittorie e 2 pareggi. Poi ha cambiato passo, ha iniziato a correre e vincere per 11 partite consecutive. Il campionato prevedeva la sosta Mondiale e dopo la ripartenza c’è stata la prima sconfitta stagionale a San Siro contro l’Inter. Poteva essere la fine del sogno partenopeo come ultimamente era successo a Maurizio Sarri, che forse più di tutti avrebbe meritato di vincere per come giocava e incantava.
Invece il cammino è proseguito e hanno avuto quella certezza battendo la Juventus per 5-1. Gli scudetti passano sempre da Torino, nel bene o nel male. Infatti su twitter la Vecchia Signora ha scritto e si è congratulata: Visti i tanti complimenti ricevuti in questi anni non potevamo esimerci.
Più simpatica almeno è stata la Pro Vercelli: complimenti per il 3 scudetto, per raggiungerci però ne mancano 4.
Alla fine il tricolore è meritato e come sottolinea il Presidente De Laurentis è anche uno scudetto onesto. Qualcuno ha già risposto, come la festa del resto è iniziata che tra balli, canzoni, festeggiamenti, coprono le parole degli altri.
A cura di Marco Foianesi