Lo stadio continua ad essere un problema per il Napoli e all'orizzonte non sembrano esserci possibili soluzioni. Il presidente Aurelio De Laurentiis si è sfogato per l'ennesima volta a Radio Kiss: "Noi giochiamo in un cesso, avremmo dovuto averlo gratis, non mi dovrebbero chiedere più di 550 mila euro l'anno per giocare lì. Fregare noi significa fregare la città, il tifo, la povera gente che su una partita di calcio si sensibilizza e risolve le negatività della vita".
Poi l'attacco al sindaco De Magistris: "L'altro giorno ci siamo abbracciati, non capisco questi alti e bassi. Se entro il 31 ottobre io non ho una convenzione ponte io il 2 novembre dichiarerò il de profundiis dello stadio San Paolo. Mi vado a cercare un terreno per costruire il progetto. Lui a gennaio è venuto a cena nel mio ufficio di Roma e io gli ho spiegato quello che avrei voluto fare. Ho messo a disposizione 20 milioni di euro e ho spiegato i lavori che avremmo fatto allo stadio. A lui brillavano gli occhi e ci siamo stretti la mano con un principio di accordo".
Poi ancora: "C'era un impegno verbale di Auricchio e di tutti quanti per avere una convenzione ponte dal primo agosto per il progetto definitivo. Invece non abbiamo niente, una pseudo convenzione al 30 settembre. A gennaio come faccio a investire 20 milioni ancora nei giocatori? Verrebbe voglia di venderli tutti. Il comune mi sta dando un grande cesso". In chiusura Adl ha detto: "Al di là dei lavori del San Paolo io ho portato per sei anni consecutivi il Napoli in Europa, unica squadra in Italia. Tutta la schifezza della napoletanità l'abbiamo rimediata con il calcio. Noi siamo entrati nelle sedici migliori d'Europa, Milan e Inter sono rimaste dietro, la Lazio è lontanissima. Nonostante la schifezza del San Paolo, la cui manutenzione non è nostro problema (e il cui prato, di cui ci occupiamo noi, è il miglior d'Italia). Il Napoli quando si muove sa lavorare".