Un Dries Mertens innamorato, sin dal primo incontro con i partenopei: "Sono venuto a giocare qui con l'Utrecht, e sono stato subito colpito dallo spirito della città, è stato facile per me ambientarmi. I tifosi qui hanno un sentimento diverso rispetto al Belgio: c'è molto più calore e solidarietà, si stringono attorno ai giocatori e ti fanno sentire napoletano da sempre, porterei la maglia del Napoli anche su un'isola deserta. Della città mi piace il mare, quando lo vedo sono felice". Il belga si è preso la squadra, con molti gol bellissimi. Ma Mertens premia il gioco di squadra: "Il mio gol preferito è uno contro la Fiorentina, in cui faccio un tunnel a Rodriguez e la passo senza guardare ad Hamsik che tira. Poi, arrivo sulla respinta e segno. Un gol bello dal punto di vista collettivo e non individuale". Il classe '87 fa parte di un'incredibile schiera di giocatori pronti a fare le fortune del Belgio: "Ci sono tanti calciatori giovani e talentuosi, siamo una grande generazione, come non capitava da anni. Non sono forti solo i titolari, ma anche le riserve, e stiamo giocando davvero bene. Siamo ancora alla ricerca del modulo più giusto, ma abbiamo delle potenzialità enormi e ci sono ancora sette mesi per trovarlo e cercare di migliorare per raggiungere il miglior risultato possibile ai Mondiali".
Manifestazione a cui non parteciperà l'Italia: "Forse potete tifare per noi ora - dice Mertens - dato che molti nostri giocatori giocano in questo campionato e vogliono bene alla Nazione. Mi dispiace tanto, perché sono qui da cinque anni e vedere amici come Jorhinho e Insigne non andare al Mondiale non è bello. L'Italia è una grande squadra, una delle grandi del calcio, e meritava di qualificarsi. Il problema è stato nel girone con la Spagna, la più forte del mondo, secondo me, insieme alla Germania: arrivare secondi, quindi, era immaginabile. Poi, nel Playoff contro la Svezia, è stata anche sfortunata".