Cavani non dovrebbe esserci dall’inizio. Dopo la lezione di calcio subita al Parco dei Principi (con il Psg salvato solo in extremis dal capolavoro di Di Maria) Tuchel cambia volto al Paris Saint Germain in vista della sfida di stasera contro il Napoli. Vuole una squadra più equilibrata ma l’unico sacrificato dovrebbe essere l’uruguaiano: “Il Napoli è una squadra forte e compatta che gioca insieme da tanti anni, ha qualità individuali ed ottimi meccanismi difensivi, ragion per cui dovremo giocare al nostro massimo livello e con grande personalità come abbiamo fatto di recente in campionato. Abbiamo grandi calciatori e quindi vogliamo vincere questo ‘secondo round’. Abbiamo cambiato spesso sistema di gioco di recente, vedrò se utilizzare le quattro punte di diamante cercando di non rischiare troppo. Cavani è venuto con noi, si è allenato e poi decideremo se farlo giocare. Non so chi schierare tra Rabiot e Draxler. Verratti fermato ubriaco alla guida della sua auto? Ha fatto un errore, non è stata una cosa professionale ma adesso ci mettiamo questo episodio alle spalle”.
L’abruzzese, comunque ci sarà: “Recuperiamo Thiago Silva, il nostro capitano, e giocherà Buffon che è una icona e ci darà un grande contributo di esperienza, necessaria in Champions e per di più contro una squadra che conosce”. E proprio Buffon racconta le emozioni del ritorno al San Paolo: “Sono emozionato, se ho continuato giocare a 40 anni è per serate come quella di domani, perché mi sento bene e sono motivato. Non è solo per provare a vincere la Champions. Conosco bene il San Paolo, è difficile giocare qui contro una squadra che ha un grande feeling con il suo pubblico e che all’andata mi ha fatto una grande impressione. Non è una partita decisiva, certo vincere sarebbe una gran cosa ma sarà importante non perdere perché poi avremo la sfida in casa con il Liverpool. Dobbiamo dimostrare compattezza e le due partite dalle quali veniamo hanno dato indicazioni positive in tal senso”. Poi l’elogio al Napoli e a un maestro di calcio come Ancelotti: “Lo scorso anno ho temuto di non vincere lo scudetto per merito degli azzurri che hanno sciorinato un grande calcio. Adesso con Ancelotti mi sembrano abbiano addirittura maggiore consapevolezza nella gestione delle partite. Carletto è una persona speciale, un uomo atipico in questo mondo che si fa apprezzare e che riesce a vincere da vent’anni. Ha qualcosa di diverso dagli altri, ma vi dico che l’allenatore è di un livello addirittura superiore alla persona. Alla Juve mi ha voluto lui dicendomi che sarebbe rimasto lì ed invece io arrivai e lui andò via, si è rifatto vincendo contro di noi la Champions l’anno successivo”.