"Il primo consiglio che posso dare a Gianluigi è di non ascoltare nessuno, ma solo le persone che fanno parte del suo entourage". Queste le parole di Diego Nargiso, intervenuto ai microfoni di Radio Manà Manà Sport per commentare il successo di Quinzi nel torneo juniores di Wimbledon, un trionfo che all'Italia mancava dal 1987, quando a vincere sull'erba londinese fu proprio Nargiso.
"Appena vinci Wimbledon, com’è successo a me, arrivano persone che cercano di dare pareri, quindi, con equilibrio è necessario circondarsi di gente che voglia solo aiutarti a farti diventare un giocare e non che cavalchi l’onda per avere visibilità o soldi - suggerisce l'ex tennista napoletano -. Gianluigi è un ragazzo sfrontato. Quando ho vinto io Wimbledon usavano l’aggettivo guascone, un guascone napoletano, e lui è altrettanto guascone, una qualità caratteriale importante perché vincere ti dà sicurezza. All'inizio, grazie proprio al suo carattere, non avrà difficoltà ad arrivare al circuito. I problemi arriveranno dopo, quando approderà tra i professionisti perché ti devi confermare e a quel punto tutti si aspetteranno che scali la classifica".
L'opinione di Nargiso sul Quinzi tennista è decisamente positiva: "Ha 17 anni ed è forte fisicamente, è solido, la sua palla viaggia bene. E' ancora acerbo dal punto di vista tecnico, e meno male perché vuol dire che può migliorare e diventare veramente forte. Per sua fortuna c'è ancora da lavorare, tecnicamente e tatticamente. E' mancino e deve sfruttare gli angoli, ma utilizza poco il servizio mancino. La prima cosa che gli insegnerei è di giocare da sinistro".