L'Italia ritrova il sorriso, per la prima volta, dopo tanti mesi bui. A regalarglielo è prima la Var e poi lo 'scugnizzo' Lorenzo Insigne, bravo a trasformare un calcio di rigore all'87 concesso per fallo ai danni di Federico Chiesa nell'area inglese. Sul prato di Wembley, contro la Nazionale dei 'tre leoni', il ct Gigi Di Biagio dà spazio dal primo minuto a qualche seconda linea rispetto all'amichevole di venerdì scorso con l'Argentina (2-0 per l'Albiceleste): Donnarumma al posto di Buffon, sulle fasce Zappacosta anziché Florenzi, in mezzo Pellegrini preferito a Verratti, Candreva nella posizione di Chiesa nei tre davanti. Nel primo tempo Immobile ci prova più col cuore che con la testa, senza riuscire a impensierire il portiere Butland. La squadra di Gareth Southgate è brava ad approfittare di una clamorosa svista di Rugani e Parolo al 26': Jesse Lingard batte rapidamente un calcio di punizione sulla trequarti, beffando sia il difensore juventino che il centrocampista laziale, che danno inspiegabilmente le spalle al pallone anziché mettersi davanti. A infilare Donnarumma ci pensa l'attaccante del Leicester City Jamie Vardy.
Prima frazione di gioco a favore degli inglesi, Italia chiamata a rispondere nella ripresa. Di Biagio pesca forze nuove dalla panchina: al 56' dentro Chiesa per uno spento Candreva, al 64' la staffetta tra Immobile e Belotti. Il talento della Fiorentina lascia il segno all'87': trattenuta di James Tarkowski ai suoi danni in area di rigore, l'arbitro tedesco Deniz Aytekin dà prima un'occhiata alla Var e poi decide di concedere il penalty in favore dell'Italia. A prendersi la responsabilità dagli 11 metri è Lorenzo Insigne, fantasista del Napoli e 'pomo della discordia' nella fase finale dell'era Ventura (l'ex ct decise di non schierarlo a sorpresa a San Siro nel ritorno dello spareggio con la Svezia, finito 0-0 e costato all'Italia il Mondiale). Lo 'scugnizzo' non sbaglia: il suo gol vale l'1-1, risultato finale della partita. L'Italia torna a segnare dopo 3 partite senza reti all'attivo. Gigi Di Biagio può tirare un sospiro di sollievo. La strada per la rinascita azzurra però è ancora molto lunga.