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Non è un mistero che nella Nba il talento abbondi, anzi, ce n'è da dare in beneficenza. Soprattutto tra i giovani. Guardando tra le matricole pronte a calcare per la prima volta le tavole dei parquet delle Lega, c'è gente destinata a dominare per molti anni. A partire da Anthony Davis, lungo campione collegiale con Kentucky per cui i New Orleans Hornets hanno speso la prima scelta assoluta dell'ultimo Draft e che ha vinto in estate l'oro con Team Usa a Londra. Gli addetti ai lavori vedono in lui un mix di Tim Duncan e Kevin Garnett, un lungo con fondamentali fuori dal normale, etica del lavoro e atletismo pazzesco. Agli Hornets anche Austin Rivers, esterno con tanti punti nelle mani e figlio di Doc, coach dei Boston Celtics.
A Boston si coccolano Jared Sullinger, pivot intorno ai due metri con un fondoschiena importante ma piedi da ballerino e mani educatissime: coach Rivers si è innamorato subito di lui. Chi avrà da subito in mano le chiavi della propria squadra è Damian Lillard, playmaker dei Portland Trail Blazers: è un regista della nuova generazione, bravo a segnare tanto, ad attaccare il canestro e ha leadership. Destinato a diventare una stella è Brad Beal, guardia degli Washington Wizards: avrà fin da subito il ruolo di secondo violino vicino a John Wall. Ha tiro, stazza fisica e immensa personalità: farà strada.
Occhio ai lunghi. I Raptors, con un anno di ritardo, avranno il lituano Jonas Valanciunas, dominatore in Europa col Lietuvos Rytas e ora pronto ad affiancare Andrea Bargnani. I Detroit Pistons hanno scommesso su Andre Drummond, atletone che in molti paragonano a Dwight Howard mentre i Sacramento Kings hanno chiamato su Thomas Robinson, ala forte da Kansas, fisico da culturista, mani dolci e una vita da film drammatico: in un mese, per svariate malattie, ha perso i nonni e la mamma, restando solo con la sorellina.