La NBA progetta la ripartenza ma, nel frattempo, è costretta a rinviare la draft Lottery: ecco tutti i dettagli
Come annunciato in anteprima da ESPN, fonti dell'NBA hanno confermato già le 30 franchigie che la Draft Lottery e la Draft Combine saranno rinviate a data da destinarsi per via dello stop alla stagione a causa del coronavirus. Due eventi che precedono la notte del Draft: la Lottery, infatti, stabilisce l'ordine di scelta delle singole squadre - che potranno poi attivarsi e imbastire trattative per prendere o cedere le varie scelte - mentre la Combine rappresenta una sorta di iniziazione, permettendo ai giocatori di incontrare le dirigenze NBA e di venir misurati.
Una scelta logica quella di rinviare il doppio appuntamento previsto inizialmente per metà maggio. Ed è solo questione di ore ma anche il Draft, previsto al momento per il 25 giugno prossimo, verrà posticipato per via del coronavirus, a maggior ragione dopo il rinvio, a data da destinarsi, della Lottery e Combine. Intanto la NBA si sta adoperando per capire come portare a termine questa stagione: secondo ESPN, è possibile che si decida di far giocare tutte le partite in un'unica location, che può essere Las Vegas o Orlando, presso la World Disney Resort creando una sorta di bolla con tutti i giocatori, staff (possibilmente ridotti ai minimi indispensabili), arbitri, raccattappalle e media - si stimano 1500 persone totali, compresi camerieri e cuochi degli alberghi - per ridurre al minimo le possibilità di contatti con il mondo esterno. Una volta eseguiti i tamponi a tutti prima dello start - si parla di circa 15mila tamponi necessari per finire la stagione -, si potrebbe passare al tema riguardante le partite: ne mancano 259 alla fine della stagione regolare, prima dei playoff per un periodo di circa 3 mesi. Considerando tre settimane stimate come tempo necessario per tornare in forma, per terminare la NBA servono almeno quattro mesi. Per questo non è da escludere che la prossima stagione inizi a dicembre, circa due mesi dopo il previsto. Ma, in uno scenario quasi disastroso come quello americano, non è ancora arrivato il tempo di ripartire, almeno per il basket e lo sport professionistico.